“Le risposte non saranno positive. Ci stiamo prendendo tutto il tempo necessario per evitare di mettere nero su bianco questa decisione, visto che si tratta di una responsabilità che ricade sul destino di 69 famiglie”.

Con queste parole il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione ha smorzato le speranze dei lavoratori del Cmo che da sabato 29 settembre sono senza lavoro per effetto dei licenziamenti effettuati dal centro medico polispecialistico oplontino dopo la chiusura del plesso di medicina nucleare.

Una documentazione, tuttora incompleta, che però non darà risposte positive, come ha preannunciato il primo cittadino ai lavoratori che nella mattina di lunedì 1 ottobre hanno occupato gli uffici del sindaco per chiedere con forza un’accelerazione alle richieste in corso dei dipendenti, il vizio di forma nella procedura di acquisizione dell’immobile ora sotto sequestro giudiziario e il trasferimento della medicina nucleare in altro stabile. “Il nostro legale di supporto – ha spiegato il sindaco, in presenza del dirigente dell’ufficio tecnico comunale Nunzio Ariano e del segretario generale Lorenzo Capuano – rilascerà il parere entro 24 ore, che purtroppo non sarà positiva. Per quanto riguarda il trasferimento della medicina nucleare, si tratta di aspettare i tempi burocratici di attivazione della Scia. L’ufficio tecnico è in fase di istruttoria, verranno chieste delle integrazioni a supporto del procedimento che, al termine dei trenta giorni previsti, verrà attivato”.

Nessuna possibilità per la riapertura del plesso di medicina nucleare, sì al trasferimento ma con tempi non immediati: questo il succo del discorso ribadito anche dal segretario generale Lorenzo Capuano: “Stiamo seguendo con attenzione la vicenda, prendendoci tutto il tempo che la legge ci concede per capire se esista anche il minimo appiglio per evitare un disastro simile”.

Una risposta che però ha infuocato gli animi dei lavoratori, stanchi di aspettare di conoscere il loro futuro: qualche parola grossa è volata, con alcune persone che hanno accusato di eccessivo “immobilismo” l’amministrazione, non particolarmente attiva, a detta loro, sulla questione.  “Ho quattro figli e non ho più i miei genitori – esclama una donna, anch’essa rimasta senza lavoro e presente al confronto. Da quando sono stata licenziata ho perso la pace, non riesco nemmeno a guardare in faccia i miei figli. Con il vostro modo di fare troppo accomodante, siamo arrivati a questo punto”.

Un presunto immobilismo rispedito subito al mittente dal sindaco Ascione: “Siamo dispiaciuti, ma da qui a dire che non abbiamo fatto abbastanza, non mi va bene. Anzi, proprio sulla vicenda abbiamo anzi anticipato tutti i tempi. Proprio per questo ci impegneremo nel consegnare i pareri nel più breve tempo possibile”.


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