Cmo, rigettato il dissequestro della medicina nucleare. Il comitato lavoratori: “Situazione drammatica”
Si valuta il ricorso alla Corte di Cassazione. Gli ex dipendenti: “Solo in due hanno trovato nuovo impiego”
23-01-2019 | di Marco De Rosa
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“Siamo delusi, non si sta tenendo conto del dramma che stanno affrontando decine di famiglie”. E’ la replica del portavoce del comitato lavoratori del Cmo Emmanuele Sindona a seguito della sentenza del tribunale del Riesame che ha rigettato la richiesta di dissequestro della medicina nucleare.
Dal 9 luglio l’edificio (con i relativi macchinari, ndr) è chiuso al pubblico e 69 dipendenti dell’azienda dall’ottobre scorso sono senza lavoro. “Soltanto due persone hanno trovato un nuovo impiego – ha spiegato il portavoce del comitato – mentre per le altre 67 persone non c’è ancora nulla di nuovo all’orizzonte. E’ una situazione drammatica perché non ci sono molte prospettive per il futuro. Speriamo che l’amministrazione riesca a trovare altre strade per consentirci di tornare a lavorare per loro”.
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Nel frattempo, i legali del Cmo potranno proseguire su due strade parallele. La prima porta a impugnare l’ordinanza del Riesame ricorrendo alla corte di Cassazione. In una riunione fissata per venerdì 25 gennaio i vertici dell’azienda si consulteranno con i legali per decidere se procedere o meno, in vista dell’inizio del processo vero e proprio, in programma a fine marzo. In tal caso entro dieci giorni i legali dovranno produrre la documentazione necessaria per il ricorso. La seconda strada porta a proseguire nella preparazione ai lavori della nuova sede, ubicata in via Roma 13/21, in attesa del parere del comune di Torre Annunziata sulla scia in sanatoria documentale. Quest’ultima strategia, suggerita dal consulente del Cmo Alberto Coppola, prevede due passaggi: il primo è relativo a una “sanatoria documentale” per andare a regolamentare i dati presenti sul catasto rispetto alle condizioni in cui l’azienda ha trovato l’immobile; l’altro si tratterebbe della Scia per il permesso a costruire.
L’obiettivo però resta unico e lo conferma lo stesso Luigi Marulo, amministratore del Cmo: “Tutti i nostri sforzi sono concentrati verso la riapertura della medicina nucleare”.
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