Figlio di un boss della camorra condannato per traffico di sostanze stupefacenti in via definitiva dalla Corte di Cassazione. Si tratta di Alfonso Chierchia, deus ex machina assieme al suo complice Michael Orlandi, di un vorticoso giro di droga tra la Lucca e l’intera Versilia.

L’uomo, figlio di Michele Chierchia arrestato nel 2010 dalla Squadra Mobile di Lucca, fu fermato nell’operazione Intercity. Per conto del padre e insieme al fratello trasportava cocaina a Lucca per poi organizzare la rete di spaccio soprattutto in Versilia, dove il suo clan camorristico di riferimento aveva un forte insediamento proprio legato al traffico di stupefacenti.

A far scattare le manette dopo una lunga e complessa indagine congiunta, erano stati gli uomini delle squadre mobili delle questure di Firenze e Lucca. Il boss era destinatario di ordinanze di custodia in carcere per associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata alla commissione di omicidi, estorsioni e traffico di stupefacenti, nonché per traffico e spaccio di ingenti quantitativi di droga che gestiva secondo i giudici grazie a due dei tre figli che si erano trasferiti in Versilia per gestire il traffico di stupefacenti, soprattutto cocaina.

La corte d’appello di Firenze nel febbraio 2022 aveva parzialmente riformato la sentenza pronunciata dal tribunale di Lucca dell’ottobre 2018 che dichiarava di non doversi procedere per alcuni reati estinti per prescrizione. Recentemente la Cassazione ha controribaltato il verdetto confermando la condanna in primo grado.

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