Tina Montinaro e Tania Sorrentino strette in un lungo abbraccio. Da un lato Antonio e dall'altro Maurizio. Due vicende geograficamente e temporalmente diverse, ma che raccontano la stessa storia di sangue e ingiustizia. Tina, moglie del caposcorta di Giovanni Falcone, perde suo marito nella strage di Capaci. Tania, invece, in un parcheggio a Torre Annunziata dopo una coltellata sferrata al culmine di una lite per un parcheggio. Due brutali omicidi che portano la stessa firma, quella della criminalità organizzata.

A Vico Equense, a pochi passi dalla teca di vetro in cui sono contenuti i resti della strage di Capaci, le due donne si stringono in un lungo abbraccio, dimostrando che la mafia non ha vinto. La loro resistenza per la verità e la giustizia continua e non sono contemplate battute d'arresto. “Ho avuto una grande fortuna ad essere stata vicina a un poliziotto così coraggioso come mio marito In tutti questi anni ho capito che la mafia non ci ha fatto niente, non hanno vinto loro - dichiara Tina Montinaro - Continuiamo ad andare avanti per insegnare ai più giovani i valori più alti per i quali vivere. Per far sì che non si permetta più a chi esce di casa per compiere il proprio dovere poi non ritorni tra i suoi affetti. Ecco perché quando si guarda della teca, non ci osservano sono solo i resti dell’auto di Falcone. Si tiene a memoria che lì dentro ci sono famiglie che hanno dato la vita per proteggere lo Stato”.

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