“Consumate nei negozi di vicinato, facciamo ripartire di nuovo l’economia prima che questa città ritorni ad essere deserta”.

E’ l’appello lanciato dai commercianti di Torre Annunziata, avviliti dopo 3 mesi di chiusura forzata e che da poco hanno ripreso la loro attività. Hanno fatto – e faranno ancora – i conti con una delle crisi più profonde che abbiano mai vissuto. Nonostante questo, hanno deciso di non arrendersi e continuare la loro attività commerciale a Torre Annunziata.

SOSTEGNO IMMEDIATO. “Ho notato in questi giorni parlando con i miei colleghi – ha spiegato Enzo Termolino, uno degli imprenditori storici della città – che viene esposta molta meno merce di quella che avrebbero esposto negli anni passati. La paura che le cose non funzionino è forte, non possiamo permetterci passi falsi dopo tutte le perdite che abbiamo avuto. Abbiamo bisogno di un sostegno immediato, anzi già adesso è tardi. Diventa importante a questo punto che anche il cittadino oplontino resti in città a spendere negli esercizi commerciali della zona”. Con la riapertura graduale delle attività e con l'apertura dei negozi, l’invito non è solo quello di comprare articoli, ma anche quello di vivere più la propria città: “Non vogliamo ritornare indietro di 20 anni – ha continuato Termolino, proprietario del franchasing Benetton e di "Capri Blu" una catena di ristoranti tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata – quando non c’erano negozi, ristoranti e attrazioni”.

LE CHIUSURE. Il rischio concreto è che gli effetti del lockdown possano ripercuotersi anche nel prossimo futuro. A confermare questo timore è Gianfranco Scafa, titolare di "Kikama"una nota boutique di abbigliamento: “Ho deciso di non aprire il settore uomo e i produttori hanno già annunciato un calo nella produzione del 30 per cento. Di questi tempi si programmavano gli acquisti da mettere in vendita la prossima primavera – estate, ma la realtà è che l’eventuale ripresa di contagi annunciata per questo autunno possa essere fatale. Altre zavorre come quella dei 3 mesi di chiusura non possiamo sopportarle”.

LA PAURA DI SPENDERE. La paura di spendere non è solo quella degli imprenditori, ma anche dei cittadini, costretti spesso a effettuare acquisti di prima necessità, senza sprechi: “Se prima si rifletteva tanto sugli acquisti, oggi ancora di più – ha spiegato Peppe Di Mauro che assieme alla signora Masà gestisce "Gemma", un noto negozio per bambini -. Fino a ieri c’erano davvero poche persone in giro. Però abbiamo la fortuna di avere tanti clienti fidelizzati che ci stanno aiutando nella riapertura, acquistando alcune cose e portando altri clienti. E’ stata una bella dimostrazione di affetto che ci ha fatto dimenticare, almeno in parte, tutto il materiale rimasto invenduto. Sarà una cosa con cui dovremo fare i conti, ma speriamo che si torni davvero a spendere a Torre Annunziata”.

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