Archiviate le elezioni regionali, il primo punto all’ordine del giorno della politica oplontina adesso è la scelta del nuovo sindaco. Sarà questo il tema che accompagnerà il dibattito cittadino fino alla primavera 2022, quando i torresi saranno chiamati di nuovo alle urne. Poco più di 18 mesi per costruire alleanze, siglare patti, cercare conferme.

Se è vero che in politica in una sola nottata è possibile cestinare accordi e farne di nuovi, e che quindi un anno e mezzo sembra una eternità, è anche vero che chi intende costruire una candidatura deve cominciare da adesso.

Sono diversi gli attori politici che stanno testando il terreno su alcuni nomi. Vengono proposti sottovoce, magari davanti a un caffè. Attenzione massima a sbandierarli. Il rischio di bruciarli è alto. Ma in questo torpore politico che caratterizza Torre Annunziata e che, in questo momento è il maggiore alleato del sindaco, c’è anche chi cerca conferme. Ed è quello che ha fatto il sindaco nella riunione interpartitica dei giorni scorsi. Il summit, convocato per fare l’analisi del voto delle regionali e per affrontare l’ennesimo valzer di poltrone in giunta, si è soffermato sull’ipotesi Ascione bis. Un argomento che, nel corso della serata, lo stesso sindaco ha posto sul tavolo. Capiamoci: è naturale che il sindaco in carica punti ad una conferma. Quello che forse è più inusuale è “come” il primo cittadino abbia posto la questione: ha dato la sua disponibilità a una ricandidatura. Che tradotto significa: voglio fare il sindaco per altri cinque anni. Nessuno, intorno al tavolo, ha battuto ciglio. Ma almeno due rappresentanti politici, fuori dalla riunione, hanno tenuto da ridire sulla questione. “Prima di parlare di questo andrebbe fatta una verifica amministrativa sul lavoro di questi tre anni” hanno sottolineato. Che tradotto significa: Ascione ha fallito. Un tentativo forse quello del sindaco, di stroncare sul nascere eventuali nomi alternativi.

D’altronde che l’amministrazione abbia una scarsa popolarità in città è noto a tutti. Trovare un cittadino, in strada o sui social, che spende una parola di elogio per il sindaco e è un’impresa. Sarà per questo motivo che molti esponenti della maggioranza e della giunta non sono più attivi come prima sui social nel difendere l’operato della propria amministrazione. Anche in giunta i rapporti non sono idilliaci: è il caso del vicesindaco Luigi Ammendola, diverse volte in rotta di collisione con il sindaco e dell’assessore Emanuela Cirillo che ha minacciato le dimissioni dopo la polemica pubblica con il primo cittadino. Intanto La Ramondo si è dimessa, Nastri lo farà a breve (entrerà in giunta Luigi Cirillo liberando il posto in consiglio per Michele Avitabile), Orrico non sa ancora se resta. Langella e Pignataro forse verranno confermati.

In questo “caos calmo” che caratterizza la città è il torpore politico il maggiore alleato di Ascione in questo momento. Pezzi dell’opposizione si sono trasferiti in maggioranza, quel che resta della minoranza non ha la forza, né gli stimoli per costruire un’alternativa. I 5Stelle sono animati da buona volontà ma non sono strutturati, il rapporto PD- amministrazione è ai minimi storici.

Il sindaco ha conquistato la leadership del centrosinistra vincendo, per pochissimi voti, le primarie contro Carmine Alfano nel 2017. Sarebbe interessante vedere il sindaco Ascione, dopo cinque anni di amministrazione, provare a riconquistare la leadership con le primarie. Se è convinto della bontà della sua azione amministrativa, perché non farlo? Sarebbe un ottimo strumento per eliminare questo torpore che caratterizza Torre Annunziata

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