Un ennesimo stop all’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, sebbene ne siano stati assegnati solo 2 da quando, nel febbraio 2014, è stata pubblicata la graduatoria ufficiale. È quanto sta accadendo nel Comune di Pompei, dove la famiglia Savarese, nell’elenco degli uffici di Piazza Bartolo Longo, sta aspettando da mesi l’aggiudicazione di una casa.

IL CASO DE SIMONE. Un anno e mezzo fa la famiglia De Simone, grazie anche alla diffusione sui media, è riuscita ad ottenere il proprio diritto, penando non poco. I due coniugi, con tre bimbi, hanno sollecitato diversi organi territoriali e nazionali, il garante per l’infanzia e l’adolescenza (qui la lettera del piccolo Vincenzo), hanno fatto diverse ore di anticamera negli uffici di Palazzo De Fusco, prima che la vecchia amministrazione guidata da Uliano, sorda ai solleciti, sgomberasse l’immobile dopo un anno e mezzo e consegnasse le chiavi dell’alloggio ad inizio anno.

Poi un secondo caso, quindi un nuovo blocco delle assegnazioni. La storia si ripete. Da allora, però, il governo cittadino è stato mandato a casa anzitempo ed è subentrato il commissario prefettizio Donato Cafagna al quale si sono appellati anche in diverse missive gli stessi Savarese.

ANOMALIE. Lettere spedite all’IACP - l’Ente che gestisce le case popolari - all’ANAC, al Prefetto di Napoli, alla Regione Campania, al Procuratore di Torre Annunziata. Da un lato la giovane coppia, con tre figli piccoli di 7, 5 e 4 anni, vuole veder rispettare un proprio diritto, dall’altro la segnalazione di diverse “anomalie” in alcuni alloggi sul territorio comunale.

Pare, ha scritto il giovane, che “diversi immobili sono occupati abusivamente da anni e che l’Ente non si è adoperato per ripristinare la legalità”. In particolare, l’ex commissario di Pompei nel 2014, Aldo Aldi, ha dato seguito ad una nota dell’Istituto case Popolari con la quale si chiedeva la decadenza di alloggi occupati illegalmente. Tre case a via Aldo Moro, una a via Nolana ed un’altra ancora a viale Mazzini. A queste si aggiungono altri 4 appartamenti a via Nolana assegnati ad alcune famiglie ma, stando alle missive dei Savarese sulle scrivanie dei vari Enti, dovrebbero essere tenuti sfitti o addirittura occupati da altri senza alcun contratto.

Una possibilità quest’ultima che, se verificata, diventa un’altra tegola per l’attuale numero uno di Pompei, Cafagna, già al lavoro da settimane su criticità irrisolte come scuole, strade, cimitero e casa Borrelli.

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