Cosa vedere a Torre Annunziata

Al Sud vi sono diverse città e luoghi meravigliosi, da quelli costieri e dunque balneari a quelli presenti nell’entro terra campano. Una serie di località caratterizzate da tradizioni e storie differenti, a dimostrazione della varietà culturale insita in questa specifica area geografica del nostro stivale. Quella su cui concentriamo in questo caso la nostra attenzione è Torre Annunziata: cittadina napoletana della Campania.

Una città molto sottovalutata e ricca di storia. Ad esempio, non tutti sanno che per un decennio ci fu la dominazione della Francia, con a capo Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. Anzi, stando ad alcune fonti, sembra proprio che Torre Annunziata sia stata una delle città dove i ‘potentati’ transalpini passavano le vacanze e si dilettavano del gioco, impartendo, qualora ce ne fosse bisogno, anche lezioni di demo della roulette francese a persone che non conoscevano il gioco. Magari sarà un caso, però sono tantissime le persone del territorio che si divertono oggi proprio a questo gioco.

In ogni caso, andiamo alla scoperta di tale comune partenopeo per capire cosa c’è da vedere e dunque la proposta rintracciabile in loco tra religione, storia e folklore.

La Basilica della Madonna della neve

Tra i posti in cui immergersi una volta raggiunta Torre Annunziata vi è la Basilica della Madonna della neve. La città partenopea in questione, infatti, presenta sul proprio suolo un numero elevato di edifici religiosi quali appunto basiliche, santuari e chiese. Una caratterizzazione sacra che rispecchia la tradizione locale, fortemente impregnata dalla fede. La Basilica della Madonna nel cuore di Torre Annunziata è una struttura ricca di storia, che prende il nome dall’enorme mole di neve caduta il 5 agosto del 352 sul colle Esquilino. Ovviamente tale colle è romano e poco ha a che fare con Napoli, ma le vicende vollero il ritrovamento delle immagini sacre raffiguranti la Madonna tra le altre cose, da parte di pescatori torresi. Immagini, queste che hanno poi in seguito affrescato la chiesa in questione che in origine aveva la funzione di dare riparo e ricovero ai viandanti. Un luogo sacro, dunque, che racconta anche una porzione di storia e di passato di Torre Annunziata, le cui radici sono state permeate anche da altre culture. Fatti storici che rappresentano come una parola una sorta di etimologia locale partenopea. Venendo ai giorni nostri stiamo parlando di un edificio, o meglio una basilica davvero straordinaria, con i colori giallo tenue a dipingere gli esterni e gli interni ampissimi con navate alte. Tre arcate per lato fiancheggiano il corridoio che conduce all’altare di questa dimora che omaggia la Madonna. Un posto sicuramente da visitare per toccare con mano la religiosità tipica torrese.

Le terme del console Marco Crasso

Altro luogo di grandissima storia ma questa volta a carattere naturale è rappresentato dalle terme del console Marco Crasso Frugi. Ospitate dal complesso più ampio delle Terme Vesuviane, queste risalgono al 64 d.C. e sono state costruite sotto l’egida di Vito Nunziante a metà quasi del 1800. Cave che presentano al proprio interno statue di medie dimensioni o brocche ed altri oggetti (giocattoli, strumenti chirurgici e cosmetici) dell’antica Roma. Quindi non un semplice complesso termale ma quasi una sorta di museo naturale che attraversa le varie gallerie scavate nel tempo. Quindi ben altra cosa rispetto alla basilica sopra citata, ma ugualmente narrante un pezzo di antichità ed origini torresi.

Oplontis – Villa di Poppea

Rimanendo sempre sul tema scavi e rovine di Torre Annunziata, un altro posto imperdibile è Oplontis: la Villa di Poppea. Giusto per rendere una idea, qui anche Alberto Angela ci ha messo piede in una delle sue trasmissioni. Un ritrovamento risalente sempre all’antica Roma, che è a metà strada tra Pompei e Torre. Scavi che hanno portato alla luce due ville, divenute patrimonio UNESCO, quali residenze monumentali di enorme valore. La villa di Poppea Sabina e quella appartenuta a Lucius Crassius Tertius, sono per certi versi speculari presentando una struttura similare. Due parti di un tutto, che sostanziano questo spazio dove la storia la fa da padrone. Colonne che costeggiano un prato verde interno, tipo androne, per intenderci, che richiama appunto lo sfarzo delle ville di un tempo. Assolutamente da visitare per tanto anche questo ritrovamento, per chi ama l’antichità e la storia.

I monumenti ai caduti e all’arma dei carabinieri

Tra le altre cose da vedere a Torre Annunziata un posto particolare lo occupano i monumenti: nella fattispecie quello ai caduti e quello all’arma dei carabinieri. Due facce di una stessa medaglia, sul piano contenutistico poiché omaggiano entrambi figure belliche o comunque incarnanti le autorità. Tra passato con i caduti di guerra ed un presente con i profili gloriosi di numerosi carabinieri, questi due monumenti adornano le piazze Ernesto Cesaro ed E. De Nicola. Elementi che richiamano alla mente tragiche scomparse per fini nobili, come la difesa della patria e l’amore per la stessa. Tanto amore e sacrificio in queste due raffigurazioni marmoree tramite le quali prosegue l’infinito racconto di sé della città di Torre Annunziata.

Fortezza di Rovigliano

La Fortezza di Rovigliano, o Castello, che dir si voglia, è noto anche come uno dei luoghi fantasma di Torre Annunziata. Un antico bastione le cui rovine sono immerse nelle acque partenopee e annunciano dal proprio aspetto un che di sinistro. L’isolotto che ospita questo castello è un’isola minore del Golfo di Napoli, al confine tra Torre e Castellammare di Stabia. Le rocce che fanno da suolo all’antica fortezza sono simili a quelle dei monti Lattari, dunque di origine calcarea. Conosciute anche come Petra Herculis, al pari della fortezza rimandano a fasti ellenici e gesta indelebili come quelle di Ercole e delle sue fatiche. L’ultima delle quali vide l’eroe forzuto scagliare in mare un pezzo di roccia staccato dal monte Faito. Anticamente usato come residenza anche nobiliare, dal 1800 in poi è passato tale castello sotto la tutela del demanio statale. Ad esso è legata poi anche a storia di donna Fulgida, che infesterebbe stando al folklore locale, l’isolotto nonché la fortezza di Rovigliano. Figura che svenne sul posto immersa nel sangue dei contendenti della bella Fulgida. Anche in questo caso, insomma, notiamo tracce evidenti dei tempi che furono, filo che unisce ogni angolo, più o meno lontano, di Torre Annunziata. Una città napoletana intrisa di storia, religione, cultura, e come abbiamo visto anche folklore. Un mix di passato e presente, che non sono in antitesi ma parti di un discorso che ha avuto origine anni fa ma che continua a svilupparsi nelle pieghe attuali di questa località partenopea del Sud. C’è tanto da vedere ed ammirare nel comune torrese, dove si ha l’imbarazzo della scelta: occorre solo sapersi guardare attorno in maniera giusta.

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