In Italia, per favorire e promuovere la formazione e l'occupazione giovanile, nel 1955 è stato introdotto per la prima volta uno specifico contratto di lavoro destinato ai giovani, riformato e divenuto poi definitivo solo nel 2003. Stiamo parlando dell’apprendistato, un contratto indeterminato rivolto a tutte le persone che hanno un’età inferiore ai 30 anni e che ha come principale obiettivo il raggiungimento di una determinata qualificazione professionale. In questo articolo analizziamo questa particolare tipologia di rapporto di lavoro cercando di rispondere a tutte le domande che solitamente genera, ricordando anche che è possibile saperne di più sui contratti di apprendistato rivolgendosi alle Agenzie per il lavoro, ai servizi per l’impiego, ai centri di orientamento e di informazione e agli sportelli Informagiovani.

Come funziona un contratto di apprendistato

L’apprendistato è una particolare forma di contratto di lavoro subordinato, regolamentato dal Decreto Legislativo n. 81 del 15 giugno 2015, che prevede essenzialmente due step: un primo periodo di formazione, seguito da un vero e proprio contratto lavorativo a tempo indeterminato (a meno di recessi da una delle due parti). Per questo motivo implica sempre la presenza di un piano formativo individuale e un tutor aziendale a supporto del percorso di apprendimento.

Il contratto di apprendistato rappresenta un vantaggio per il giovane lavoratore, che oltre alla retribuzione e a un lavoro riceve anche un alto livello di formazione specifica per sviluppare abilità e competenze (“causa mista”), ma anche per l’Azienda, che in questo modo ottiene vantaggi fiscali e contributivi, a fronte di precisi vincoli e divieti (come ad esempio il numero massimo di apprendisti consentiti). La durata di questo contratto va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni (5 anni nel caso di formazione artigianale). Sia la retribuzione che il livello d’inquadramento contrattuale, pur essendo inferiori a quelli dei lavoratori ordinari che svolgono la stessa mansione all’interno dell’Azienda, non possono abbassarsi di oltre due livelli. Inoltre, agli apprendisti vengono garantite tutte le tutele e i benefici standard, come ferie, permessi, contributi, TFR, malattia, ecc.

Quali sono le diverse tipologie di apprendistato?

Esistono diverse tipologie di contratto di apprendistato. L’apprendistato di primo livello è destinato ai giovani tra i 15 e i 25 anni che devono conseguire una qualifica o un diploma professionale. Si svolge tramite un percorso che unisce formazione scolastica e formazione esterna in Azienda e prevede un numero di ore stabilite dal percorso di studi scelto. C’è poi l’apprendistato professionale (o di secondo livello), dedicato a ragazzi dai 17 ai 29 anni, che ha lo scopo di insegnare un mestiere e che prevede che formazione e attività lavorativa vengano svolte in Azienda. Infine, c’è l’apprendistato di alta formazione e ricerca (o di terzo livello). In questo caso l’età ammissibile va dai 18 ai 29 anni e il contratto ha l’obiettivo di portare al conseguimento di titoli di studio di livello superiore (laurea, master, ecc.) o allo svolgimento di attività di ricerca, compreso praticantato o dottorati di ricerca.

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