Convegno alla Regione: in soffitta "i registri del vino"
Svolta nel settore. Repressione Frodi addio?
20-05-2016 | di Claudio Di Giorgio
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Napoli."REGISTROVINO 2.0” è stato l’oggetto del Convegno nell’Auditorium della Giunta Regionale della Campania per informare su come gestire tutte le operazioni enologiche della cantina in forma dematerializzata. Con Francesco Alfieri, consigliere del Presidente Regione Campania, Antonio Raimondo, Direttore della Repressione Frodi di Napoli e Enrico De Micheli, Direttore Agroqualità SpA. “Dematerializzazione" è la parola d’ordine entrata ormai in molte delle attività gestite dal Ministero delle Politiche Agricole. Una svolta epocale iniziata con il DM 293 del 20 Marzo 2015 che ha avviato l'iter. Ma cosa è questa “dematerializzazione dei registri”. E’ la trasmissione in modalità telematica diretti al SIAN di tutti i dati dei registri di cantina attualmente compilati in forma cartacea per i soggetti obbligati cioè per tutti coloro che detengono un prodotto vinicolo per attività produttiva o commerciale. Tramontano così i vecchi “Registri di cantina” gioia e dolore delle aziende da vari decenni. Diventeranno vecchi cimeli polverosi da conservare in archivio. Sono ben poche le aziende che nella loro vita commerciale non siano incappate almeno una volta in sanzioni per mancata o errata compilazione, tardiva vidimazione, tardiva comunicazione dei dati, divenendo l’incubo delle visite ispettive dei funzionari della Repressione Frodi. Il sistema rappresenta una soluzione ai molti problemi degli operatori della filiera che quotidianamente hanno a che fare con questo settore in continua evoluzione.Questa novità, come tutte le novità, avrà però altri risvolti per i quali la domanda sorge spontanea: “Che ne sarà della Repressione Frodi i cui ispettori lavorano per il 50% nel controllo del settore vitivinicolo? Diventeranno controllori informatrici da anonime postazioni d’ufficio? Le ispezioni nelle aziende avranno ancora un senso o si limiteranno principalmente al prelevamento di campioni"? A queste domande la “Repressione Frodi" dovrà dare risposte per giustificare le sue complesse e costose strutture, 800 dipendenti e ben 25 dirigenti che non avranno più motivo di esistere.
Claudio Di Giorgio
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