Il Natale si avvicina e durante il periodo dell’Avvento rivivono le tradizioni legate ad esso. Una di queste tradizioni, particolarmente sentita nel nostro territorio, è quella del presepe, il quale è la raffigurazione della Natività e quindi rappresenta il sentimento religioso popolare.

Il presepe presenta, inoltre, numerosi simboli, risalenti addirittura al paganesimo. Ha trattato di queste tematiche il convegno “Storia e simbologia del presepe”, organizzato dall’Archeoclub d’Italia sezione di Torre Annunziata “Mario Prosperi”, presieduto da Mirella Azzurro, e che si è svolto domenica 7 dicembre 2014 presso la sala teatro Mons. Pasquale Pagano della Parrocchia Santissima Trinità, guidata da Don Ciro Cozzolino, nell’ambito delle iniziative organizzate dalla stessa parrocchia nel corso della giornata.

Relatrice è stata Giulia Gallo, che con passione e competenza ha divulgato interessanti nozioni sull’origine del presepe e sul significato di numerosi simboli.

Il periodo precedente il solstizio d’inverno è sempre stato un periodo sacro in tutte le religioni.

I Latini festeggiavano dal 17 al 24 dicembre i Saturnali, in onore del dio Saturno, con banchetti e ci si scambiavano doni, le strenne. A dicembre si celebrava, inoltre, la festa del Natale del Sole invitto e si festeggiavano i Lari, i defunti protettori della famiglia. I parenti deceduti erano rappresentati con una statuina di terracotta o di cera, chiamata sigillum, davanti alla quale si accendeva un lumino.

Il 20 dicembre si svolgeva la festa detta Sigillaria, la sera precedente si lasciava davanti alle statuine frutta secca e altro cibo, al mattino i bambini trovavano doni e dolci.

Quando il cristianesimo diventò preponderante nei confronti delle altre religioni, nel IV secolo d. C., la Chiesa tramutò le feste pagane in feste cristiane; fu stabilito di celebrare il Natale cristiano il 25 dicembre.

Nel 1223 San Francesco allestì a Greccio il primo presepe cristiano animato, nel 1500 si cominciarono ad aggiungere alla natività alcuni particolari.

Il presepe ebbe il suo massimo splendore a Napoli nel Settecento, le statuine erano realizzate da maestri artigiani che raffiguravano anche momenti storici e di vita quotidiana.

Nel presepe sono anche rappresentati simboli del bene e del male, come la grotta, che è il punto di passaggio tra la luce e le tenebre e, quindi, il bilanciamento degli opposti. L’osteria rappresenta il luogo in cui si trovano i demoni, l’oste è l’incarnazione del male.

Tra gli altri simboli ricordiamo il bue, che raffigura il popolo eletto sottomesso all’antica Legge, l’asinello, simboleggiante il popolo nuovo che accetta la nuova Legge portata da Cristo.

I tre re magi rappresentano le stagioni della vita, la gioventù, l’età matura e la vecchiaia; essi tradizionalmente cavalcano dei cavalli e non dei cammelli. Per quanto riguarda i pastori, Benino simboleggia il sonno della ragione e della fede, il pastore della meraviglia la persona iniziata, svegliata dal sonno. I pastori con le pecore raffigurano Ermes o Mercurio Psicopompo che accompagna le anime dei morti.

La lavandaia rappresenta la levatrice che aiutò Maria nel parto, il candore dei panni ricorda la verginità della Madonna.

Il presepe ha subito, nel corso dei secoli, un’evoluzione, esso è anche raffigurazioni dei costumi e delle usanze che cambiano.

Patrizia Amoruso

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