Rispetto all'8 aprile, le misure di distanziamento sociale e le politiche dello stare a casa hanno ridotto del 45 per cento la trasmissione e l'incidenza del coronavirus nell'arco di 14 giorni, nell'Ue e nel Regno Unito.

Lo ha detto la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) Andrea Ammon ai deputati della commissione ambiente del Parlamento Ue. Nell'ultima valutazione del rischio dell'agenzia, il 23 aprile, il dato era del 18%.

Ecco perché, "non dobbiamo abbassare la guardia", ha ammonito Ammon. "Il picco dell'epidemia è passato nella maggior parte dei paesi Ue".

Una tendenza alla crescita dei contagi si registra in Bulgaria mentre in Polonia, Romania, Svezia e Regno Unito la situazione è stabile. In tutti gli altri c'è una sostanziale diminuzione. La direttrice dell'Ecdc ha anche parlato del possibile collegamento tra Covid-19 e la sindrome di Kawasaki nei bambini, messo in evidenza anche in Italia.

Un "collegamento ancora non è chiaro, stiamo esaminando la questione ma non è possibile dare risposte definitive". Una "delle questioni più urgenti", ha aggiunto, "è sapere con certezza se la presenza di anticorpi significhi automaticamente immunità per coloro che si sono ammalati".

La lotta contro il Covid-19, ha concluso Ammon, "è una maratona, non è uno sprint, non finirà presto e bisogna essere preparati anche dal punto di vista psicologico".

 


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