Coronavirus. Cresce età media dei pazienti, Brusaferro: “Picco significativo”
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: “Alcune regioni sono oltre la soglia dei ricoveri”
04-11-2020 | di Redazione
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"Dopo aver avuto una fase di transizione, ci troviamo in una fase che tecnicamente definiamo di escalation e quindi in parte dobbiamo usare misure di contenimento e in parte misure di mitigazione".
Lo ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante l'audizione in Commissione Affari Sociali della Camera, su prevenzione e risposta al Covid-19.
"A differenza della prima ondata, il virus circola in tutte le regioni" anche se "abbiamo situazioni con circolazione contenuta e altre con valori particolarmente elevati". Uno dei dati importanti è la percentuale della positività al tampone: "quando supera il 4% è un indicatore di una forte circolazione, e in tutte le regioni del nostro Paese c'è questa caratteristica".
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"In queste ultime settimane la curva ha avuto un picco significativo – ha continuato Brusaferro – ma la presenza di asintomatici e paucisintomatici è una caratteristica di questa fase dell'epidemia". Altro elemento per capire l'evoluzione dell'epidemia, “l'età media delle persone che contraggono infezioni a inizio epidemia sfiorava i 70 anni, a Ferragosto era sotto i 30 anni, a fine settembre e ottobre era intorno ai 40 anni e lentamente sta crescendo. Questo è un elemento di attenzione perché significa che un numero crescente di persone anziane sta contraendo l'infezione e sappiamo che, nel loro caso, implica la possibilità di sintomatologia impegnativa e metodi invasivi di cura".
"Quello dei ricoveri con sintomi è un numero che sta crescendo e merita attenzione – ha proseguito il capo dell’Iss - e lo stesso vale per le terapie intensive". Rispetto all'occupazione dei posti letto in degenza ordinaria di aria medica, "alcune regioni hanno superato il cut-off, altre no ma sono vicine".
Il significato dei cut-off, ovvero dei valori soglia definiti dal Ministero della Salute, è che se abbiamo "oltre il 40% di occupazione dei letti di area medica per patologie Covid vuol dire che dobbiamo riprogrammare le attività sanitarie dilazionabili per altre patologie, così da trovare posto e dare priorità ai pazienti con Sars-cov-2".
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