Una riapertura del Paese e delle varie attività "è realisticamente pensabile per la fine di maggio ma ciò solo se i dati indicheranno una reale inversione di tendenza nella curva epidemica e se si sarà messo a punto un indispensabile piano di procedure di sicurezza".

Lo ha affermato il virologo della Università di Padova Andrea Crisanti. Secondo l'esperto, la riapertura "andrà scaglionata, per tipologia di attività produttive e anche su base regionale".

Fondamentali saranno le procedure di sicurezza che dovranno essere adottate: "Bisognerà garantire dispositivi di protezione individuale (Dpi) a tutti gli operatori sanitari ma anche ai lavoratori, a partire dalle mascherine ad alta protezione. Per la riapertura delle aziende e delle altre attività sarà inoltre necessario pensare ad un piano di diagnostica mirato, con test con tampone per tutti i lavoratori alla riapertura da ripetere successivamente a campione".

E "cruciale - prosegue - sarà pure elaborare sistemi di tracciamento dei lavoratori, anche con app, per un rintraccio immediato di tutti i contatti nell'eventualità emerga qualche caso di positività". Tutto ciò, afferma, "è essenziale. La questione non è quando ma come si riaprirà. Senza un piano di sicurezza, sono convinto che l'epidemia ricomincerà".

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