Il dottor Francesco Faella, infettivologo, già primario dell'Ospedale "Cotugno", è stato nominato coordinatore del reparto speciale per gli ammalati da Covid-19 allestito all' ospedale "Loreto Mare".

In una lunga intervista rilasciata all’Ansa, gli sono state poste alcune domande sulle caratteristiche del virus Covid-19 e le sue modalità di diffusione, oggetto spesso di informazioni contrastanti.

E' vero che il Covid-19 non è un organismo vivente, ma una molecola proteica che - se assorbita dalle nostre cellule – ne modifica pericolosamente il codice genetico?

"Il Coronavirus è un organismo vivente. Ogni virus è un parassita che, per vivere, è obbligato a entrare nelle cellule umane e su di esse ha un effetto citopatico. Cioè, uccide le cellule. Quanto alla possibilità di entrare nel codice genetico, sappiamo che ci sono virus che fanno questo, come l'herpes simplex o l'herpes zoster, o anche la mononucleosi. Ma non moriamo per questo".

E' certo che il Virus è di origine animale e non può essere stato prodotto in laboratorio?

"Questa teoria la verificheremo tra 100 anni. Quello che sappiamo oggi è che si tratta di un virus che ha fatto un salto di specie: dall'animale all'uomo."

E' vero che il Covid-19 si mantiene attivo anche fino a tre giorni su imballaggi di cartone e plastica?

"Ci sono lavori che lo affermano. I virus vivono 4-5 ore fuori dal corpo umano, perché hanno bisogno della cellula umana o animale per poter sopravvivere. Tuttavia può anche raggiungere 7-10 ore se si lega a del muco che, però, se si asciuga, toglie la vita anche al virus. Anche i tempi di sopravvivenza di questo coronavirus, comunque sono ancora da dimostrare".

Entrare in un locale in cui sia stato poco prima un contagiato da Covid-19 può produrre il contagio, anche se non si toccano superfici? Il virus può trasmettersi nell'aria?

"Teoricamente, ci sono possibilità che correnti d'aria possano tenere in vita il virus. Ma direi più no che sì".

E' realistico pensare che il Covid-19 fosse in circolazione in Italia dalla fine di dicembre, o almeno da gennaio, ma non era stato individuato come un virus di nuovo tipo?

"Certamente".

Chi ha superato l'infezione da Covid-19 può ritenersi al sicuro da possibili ricadute?

"Lo sapremo tra anni, perché bisogna osservare la malattia per anni, e noi lo conosciamo da soli tre mesi. In linea di massima, la malattia virale guarisce quando il corpo forma anticorpi protettivi. E questo è ciò che sappiamo delle malattie virali che conosciamo".

Eventuali ricadute sarebbero necessariamente con una sintomatologia più blanda?

"No".

E' vero che l'arrivo del caldo dovrebbe indebolire l'azione del virus?

"Questa è una pia illusione. Tenendo presente che l'immediato predecessore di questo Coronavirus è la Mers, la sindrome respiratoria mediorientale (Middle-East respiratory syndrome) che si presentò nel 2012 negli Emirati Arabi, dove l'inverno segna 25 gradi e l'estate anche 50 gradi, ed è tuttora presente in Arabia dove scompare e poi si ripresenta. La Mers non ha una stagionalità, nel 2012 durò tutto l'anno. E non sappiamo perché non si sia propagata come il Covid-19. Ma, direi, per fortuna. Perché la Mers ha una mortalità del 38%, altissima, molto più alta del nuovo Coronavirus, che è pari al 2-3%".

E' vero che il Covid-19 sarebbe un virus molto meno contagioso di quello del morbillo?

"E' certamente meno contagioso del morbillo che infetta 15-18 persone, contro le 2,5 del Covid-19. La capacità di contagio di un virus viene calcolato con un valore indicato in R0 (R zero), con il quale si valuta il numero di persone che in termini epidemiologici vengono contagiate".

Si può pensare ragionevolmente che fattori climatici come l'umidità o il caldo-umido influiscano, in un senso o nell'altro, nella diffusione del Covid-19?

"Non abbiamo prove. Valgono per ora le esperienze di altri virus, ma se pensiamo alla Mers…"

E' utile come prevenzione potenziare le proprie difese immunitarie con prodotti in commercio e con l'alimentazione?

"Se ci fossero rimedi o farmaci sarebbero benvenuti. Vitamine, e cose del genere ce ne sono tante in giro. Ma non abbiamo alcuna dimostrazione che queste sostanze proteggano il sistema immunitario".

C'è il rischio che il Covid-19 diventi endemico in alcune regioni dell'Italia o dell'Europa?

"Potrebbe. Non si può dire, non definitivamente. Non abbiamo elementi. L'unica cosa che mi sento di dover aggiungere è di non uscire da casa. Possiamo fare solo come fecero i veneziani nel 1300 con la peste nera: isolare i casi di malattia e spezzare il contagio con il distanziamento sociale".


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