La sperimentazione clinica sul potenziale vaccino anti Covid-19 sviluppato dall'Università di Oxford sta fornendo risultati "estremamente promettenti", e potrebbe addirittura fornire - secondo gli scienziati coinvolti nella ricerca - "una doppia protezione" dal virus.

Lo anticipano alcuni giornali britannici in attesa della pubblicazione dei dati scientifici sulla prima fase dei trials lunedì sul Lancet.

Il prototipo di Oxford, concepito in collaborazione con l'azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia, è tra i pochi progetti al mondo arrivati alla fase 3 della sperimentazione clinica, la più importante e avanzata, estesa a migliaia di persone. Ma già la fase 1, avviata ad aprile su decine di volontari adulti sani, pare confermare che il farmaco è in grado di stimolare una risposta immunitaria significativa.

Restano tuttavia diverse cautele sulla durata potenziale dell'immunità, mentre il ministro della Sanità britannico Matt Hancock limita per ora a ipotizzare "nello scenario migliore" una distribuzione di massa entro fine anno, "ma più probabilmente nel 2021".

Le anticipazioni hanno fatto intanto crescere in borsa le quotazioni dei titoli di AstraZenica, colosso farmaceutico anglo-svedese con cui il governo britannico - principale finanziatore della ricerca - ha sottoscritto da mesi un pre-contratto di produzione commerciale di massa del prototipo di Oxford: per un prodotto di cui Londra s'è già assicurata la prelazione su una prima fornitura di milioni di dosi e gli Usa su una seconda ondata, con i Paesi Ue a seguire.

I campioni di sangue che indicano la produzione sia di anticorpi sia di "cellule T killer" indotta dal prototipo, ha detto una fonte anonima interna al team di ricerca dell'istituto Jenner oxfordiano citata oggi dal Daily Telegraph.

"Ed è la combinazione di questi due fattori che confidiamo possa proteggere le persone", ha aggiunto, pur ammettendo che "resta ancora molto da fare" per passare da questa "fase importante" di sperimentazione all'auspicato, ma non certo, esito finale di un vaccino efficace da rendere disponibile al pubblico. I test dell'università di Oxford coinvolgono attualmente 4.000 volontari, tutti residenti nel Regno: un campione che presto verrà esteso ad altre 10.000 persone.

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