Corruzione in Regione. Gli avvocati di Matachione: “Intercettazioni fuori legge”
Colpo di scena a processo. La difesa dell’imprenditore: “Giudice diede ok dopo esposto anonimo”
18-05-2016 | di Salvatore Piro
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Torre Annunziata. Corruzione in Regione. La difesa del “re delle farmacie”, a processo cala l’asso della “inutilizzabilità delle intercettazioni”. Dialoghi al telefono o ambientali in macchina che incastrerebbero Nazario Matachione, l’imprenditore torrese accusato dai pm di Napoli di aver messo in piedi un “sistema di corruzione” per ottenere “autorizzazioni veloci” dalla Regione.
A processo con Matachione i due funzionari del settore farmaceutico presso l'assessorato campano alla Sanità, Umberto Celentano e Nicola D'Alterio, nonché Francesco Celentano (figlio di Umberto) e Antonello Celentano (non imparentato con i primi due), quest'ultimo l'unico a scegliere il rito abbreviato.
LE ACCUSE. Per gli inquirenti esiste un “sistema Matachione”. Sistema fatto di regali, intrecci ed amicizie, tali da garantire al principale indagato una serie di vantaggi come la conoscenza in anticipo delle risposte ai test d’ingresso alla Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli. Un complesso giro di connivenze, secondo la Procura, che graviterebbe tutto attorno al “re delle farmacie”, smascherato grazie alle dichiarazioni dell’ex moglie Maria Palomba. Dichiarazioni avallate da un massiccio utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali.
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LE CROCIERE. La “moneta” con la quale sarebbe stata consumata la corruzione dei funzionari regionali sarebbe rappresentata proprio dalla “offerta” di alcune crociere. Ma non è tutto: secondo l'accusa, Matachione avrebbe assunto in una sua farmacia, con sede a San Giorgio a Cremano, Francesco Mariano Celentano, figlio di Umberto, così da rinsaldare i loro rapporti e ricevere agevolazioni sull’apertura di nuove farmacie. La inutilizzabilità delle intercettazioni smonterebbe gran parte del castello accusatorio.
LE FRASI. Nell'inchiesta colpisce, ad esempio, l'intercettazione riportata tra Matachione ed un medico di base, che in pieno ferragosto chiama al telefono l’imprenditore, perché deve "partire per una crociera" e si preoccupa che suo figlio non riceva per tempo, dall'amico Nazario, le anticipazioni del test alla facoltà di Farmacia. "Senti ma io quando ti posso richiamare, io rientro lunedì” – così il medico a Matachione - . Che a sua volta gli risponde di "stare tranquillo e sereno". "Ma io il 24 lo sai, vado in crociera e rientro il 2", rincara la dose il medico. "E il compito (di tuo figlio, ndr) quando c'è?", ribatte Matachione. "Il 3”, il giorno svelatogli dal suo interlocutore. “…Tanto io l'avrò due giorni prima...", rassicura infine il "re delle farmacie".
IL COLPO DI SCENA. “Le intercettazioni sono fuori legge, perché autorizzate dal giudice sulla base di un esposto anonimo che ha dato il via ad un’inchiesta parallela”. Questa l’eccezione formulata ai giudici dai legali di Nazario Matachione, Elio D’Aquino e Bruno von Arx. Giudici che scioglieranno la riserva solo a fine giugno. L’inchiesta parallela si riferisce alla prima tranche d'indagine su altri presunti episodi di corruzione, riguardanti i rapporti intrattenuti dal “re delle farmacie” coi colonnelli della Guardia di Finanza Fabrizio Giaccone e Fabio Massimo Mendella. Secondo gli inquirenti, Matachione avrebbe beneficiato di una verifica fiscale “addomesticata”, in cambio di regali come rolex e viaggi all'estero a New York e Parigi.
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