Corruzione, Matachione rinviato a giudizio
Presunti favori in Regione “pagando crociere”. A processo anche il funzionario Umberto Celentano
22-02-2016 | di Salvatore Piro
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Corruzione in cambio di presunti permessi pilotati dalla Regione Campania nel settore farmaceutico: questa l’accusa con la quale oggi il gup del Tribunale di Napoli, Umberto Lucarelli, ha rinviato a giudizio Nazario Matachione, il “re delle farmacie” che per i pm della Procura partenopea avrebbe ottenuto documenti e autorizzazioni facilitate, pagando "una crociera da oltre 4mila euro ed altre utilità”. Per l’accusa, a fornire “aiutini” in Regione era soprattutto il funzionario del settore Sanità ed ex assessore al Comune di Trecase, Umberto Celentano. Anche Celentano affronterà il processo, al via il prossimo 26 aprile a Napoli. La Regione si è già costituita parte civile, chiedendo i danni all’imprenditore ed ai funzionari “infedeli”.
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Oltre a Nazario Matachione (difeso dagli avvocati Elio D’Aquino e Bruno von Arx) e ad Umberto Celentano, sono stati rinviati a giudizio anche Nicola D’Alterio, il secondo funzionario pubblico travolto dall’inchiesta, ed il figlio di Umberto Celentano, Francesco Mariano. Proprio Celentano junior fu assunto da Matachione – la tesi dei pm - presso una sua azienda di Sant’Antonio Abate, in cambio di agevolazioni sull’apertura di nuove farmacie.
Umberto Celentano, secondo la Procura, anticipava a Matachione anche i test d’ingresso alla facoltà di Farmacia di Napoli. Per l’inchiesta, condotta nell’ottobre 2014 dai pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, il “re delle farmacie” sarebbe stato il beneficiario di atti emessi “sistematicamente” dal funzionario Umberto Celentano “sulla base dei voleri e delle indicazioni” fornitegli da Matachione. L’unico imputato a scegliere il rito abbreviato a processo è stato l’imprenditore Antonello Celentano (solo omonimo di Umberto), che per le indagini stava per rilevare insieme a Nazario Matachione una farmacia nel comune di Trecase.
Agg. del 23 ottobre 2017 - Antonello Celentano, in data 20 giugno 2016 è stato assolto con formula piena dal GUP del Tribunale di Napoli, dott. Umberto Lucarelli, ai sensi degli artt. 438 e ss e 530 cpv. c.p.p., per non aver commesso il fatto.
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