“Se non lo fai, tra noi finisce”: una specie di ricatto morale con il quale, secondo l’accusa, Salvatore Vitiello avrebbe all’epoca della sua ‘love story’ convinto la ragazza – di appena tredici anni – ad avere dei rapporti sessuali. Richieste che oggi, in tribunale, sono costate una sentenza di due anni e sei mesi a Vitiello, in quanto per i giudici la sua ‘ex’ era troppo piccola per poter scindere i sentimenti che provava da quelle che erano delle presunte costrizioni. Si è conclusa così, la vicenda avvenuta qualche anno fa a Torre del Greco, quando la vittima, dodicenne, iniziò la sua relazione con Vitiello, all’epoca 19enne.

Sembrava una storia come tante, tranne per quella differenza d’età, non enorme, ma comunque significativa considerando la giovanissima fidanzata. Nel tempo, a detta del pm che ha chiesto cinque anni di pena, quel rapporto si sarebbe trasformato in una sorta di plagio. Non appena compiuti i tredici anni, la vittima – difesa dall’avvocato Giuseppe Rizzo – avrebbe così iniziato a ‘cedere’ a quelle strane e insistenti pressioni, col timore di perdere l’affetto del fidanzato.

La storia è poi finita e quando la giovane si è trovata a confrontarsi con le amiche, ha capito anche che ciò che aveva vissuto non era certamente ‘romantico’, quindi, incoraggiata dalla madre a denunciare tutto, ha trovato la forza per farlo. Proprio quei racconti, così dettagliati e al tempo stesso inquietanti, hanno convinto i giudici a procedere con una condanna nei confronti del giovane. La difesa dell’imputato si era invece basata sul rapporto sentimentale tra i due, ma evidentemente non è servita a persuadere le autorità competenti.


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