“Abbiamo davanti a noi ancora un lavoro lungo e faticoso. Nonostante le forze inizino a scarseggiare dobbiamo resistere e ripetere all’infinito le norme comportamentali per evitare il diffondersi del contagio, altrimenti saremmo costretti a un nuovo lockdown”.

Non usa mezzi termini il dottor Francesco Faella, infettivologo, primario emerito dell'Ospedale "Cotugno", nominato in seguito all’emergenza sanitaria coordinatore del reparto speciale per gli ammalati da Covid-19 allestito all' ospedale "Loreto Mare".

“E’ necessario continuare a informare la popolazione sui rischi che il virus può portare – ha evidenziato Faella - tenendo ben presente che il vaccino rappresenta l’unica possibilità per uscire dalle ondate di contagi”. Proprio oggi sono infatti iniziate le sperimentazioni sull’uomo del vaccino italiano, presso l’Istituto Spallanzani di Roma. La strada è ancora lunga e ci sarà un inverno da affrontare, con la riapertura delle scuole alle porte e le ondate influenzali in avvicinamento.

Sull’utilizzo del vaccino come unica soluzione alla debellazione del covid, l’infettivologo è più che sicuro: “Un vaccino è come un farmaco, quindi la possibilità che si vada incontro a effetti collaterali c’è sempre. La strada che però porta all’utilizzo del vaccino è molto lunga e si snoda attraverso due aspetti fondamentali, immunogenicità e sicurezza. Dal punto di vista immunogeno, il vaccino deve garantire di essere in grado di stimolare la formazione di anticorpi e di proteggere l’uomo. Dal punto di vista della sicurezza, ovviamente, ci si deve accertare di non essere dannoso. Due obiettivi studiati a fondo prima di stabilire con certezza la validità di un vaccino. L’importante è non farsi prendere dal panico e perdere qualche mese in più attendendo i risultati di questi due elementi”.

Nel frattempo però bisogna combattere contro la seconda ondata di contagi che vede la Campania con numeri preoccupanti (138 i positivi nelle ultime 24 ore, ndr). E anche qui la strada è ancora lunga e piena di insidie: “Io sono sempre qui – ha spiegato il dottor Faella – anche se a 74 anni non ho più le forze che avevo un tempo. Sono un po’ stanco – ammette scherzosamente Faella -. A me però non è mai piaciuta la vita tranquilla”.

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la sperimentazione