Per i pazienti Covid che vengono curati a domicilio, l'ossigeno è un farmaco cruciale. Ma la carenza di bombole, normalmente dispensate dalle farmacie, si è fatta sentire pesantemente nelle ultime settimane. Specie in alcune regioni, come ha messo in evidenza il monitoraggio di Federfarma di sei giorni fa: in Abruzzo, Basilicata, Campania, Liguria, Valle d'Aosta e alcune zone del Piemonte e della Sicilia, le farmacie non riescono a rispondere alla domanda.

La Campania si è attrezzata subito: con una ordinanza del 6 novembre ha autorizzato i medici di famiglia a prescrivere i cosiddetti concentratori, ossia macchine che aumentano la concentrazione di ossigeno nell'aria da somministrare ai pazienti Covid a domicilio attraverso caschetti. E anche le grandi bombole di ossigeno liquido normalmente dispensato dalle Asl solo ai pazienti con patologie respiratorie croniche in alternativa alle bombole di ossigeno gassoso normalmente reperibili in farmacia.

"La scorsa settimana la situazione da noi è stata drammatica", racconta il presidente di Federfarma Campania Nicola Stabile. "La Regione è intervenuta mettendo a disposizione della collettività tutte le tipologie di bombole in commercio. Oggi siamo ancora in situazione critica, ma meno difficile di sette giorni fa".

E aggiunge che le richieste di ossigeno nelle farmacie sono tantissime, e arrivano anche da persone non contagiate, ma che per paura vorrebbe approvvigionarsene. Uno dei motivi - questo - che spinge molti a non restituire i fusti vuoti o non utilizzati.

E infatti sono i contenitori a mancare e non "l'ossigeno - conferma l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - che viene prodotto in Italia in quantitativi dieci volte superiori alla richiesta del territorio".

Altra Regione a muoversi per tempo è stata la Liguria, che con una delibera dello scorso 6 novembre consente ai medici di base di prescrivere l'ossigeno liquido. E con il richiamo per la restituzione dei fusti sta cominciando ad avere i primi risultati. In Abruzzo, che da oggi è diventata zona rossa, i farmacisti hanno segnalato la mancanza di bombole ai prefetti chiedendo un intervento immediato.

"La Regione però non ha dato nessuna risposta", fa sapere il presidente di Federfarma regionale Fabrizio Zenobi. E meglio non va in Basilicata, dove la Regione non ha fornito disposizioni: "Cominciamo ad avere seri problemi di reperimento perché qui da noi tutti questi posti in ospedale non ci sono e le persone malate di Covid vengono curate a casa", dice Antonio Guerricchio da Federfarma lucana.

Intanto anche altri soggetti si danno da fare, come la Capitaneria di porto di Napoli che ha offerto alla Croce rossa cittadina "bombole per chi ha realmente bisogno".

Il Cts intanto sta valutando la possibilità di predisporre una scheda sull'uso dell'ossigeno, analoga a quelle definite per i farmaci COVID, a supporto di un utilizzo responsabile dell'ossigenoterapia.


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"