Covid Hospital Boscotrecase, il bilancio dopo un mese: su 93 pazienti 24 guariti
Uguale anche il numero dei decessi. D’Onofrio. “Adesso quest’ospedale ha una vera missione. Ma serve programmare”
16-04-2020 | di Gianluca Buonocore

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E’ già tempo di primi bilanci al Covid-Hospital di Boscotrecase. A un mese dalla rivoluzione, che ha interessato il Sant’Anna-Madonna della Neve, i vertici dell’Asl Na 3 Sud hanno reso noto i numeri ufficiali di questi ultimi 30 giorni.
Complessivamente al nosocomio boschese sono giunti 93 pazienti, di cui 24 sono stati dimessi poiché guariti completamente e altrettanti purtroppo sono invece deceduti.
I PRESENTI. All’incontro erano presenti, oltre ai vari medici e infermieri, anche l’onorevole Mario Casillo, capogruppo Pd Regione Campania, Vincenzo Ascione, sindaco di Torre Annunziata, Antonio Diplomatico, sindaco di Boscoreale, e Pietro Carotenuto, sindaco di Boscotrecase.
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GLI INTERVENTI. Il primo a prendere la parola è stato Gennaro Sosto, direttore generale dell’Asl Na 3 Sud. “Un ringraziamento di sostanza va a tutti gli operatori, perché hanno offerto un lavoro al di fuori del normale. E’ stato fondamentale avere una struttura dove poter ricoverare i pazienti, i quali hanno ricevuto un’assistenza sanitaria adeguata. Nel futuro la vera sfida è quella di intercettare le persone sul territorio. Organizzare attività domiciliari per individuare i positivi al Covid-19 e trattarli il prima possibile. Inoltre vanno riattivate le attività sanitare, perché le altre patologie non si sono di certo fermate”.
Ha elogiato il grande spirito di squadra, invece, Gaetano D’Onofrio, direttore sanitario dell’Asl Na 3 Sud. “Prima quest’ospedale non aveva una mission. Ora ho visto le varie persone lavorare con un’anima. E’ stato profuso uno sforzo importante. Abbiamo iniziato, che non avevamo nemmeno un infettivologo ma grazie all’impegno di tutti siamo riusciti a fronteggiare le difficoltà. Per il 30 aprile verrà anche aperta la nuova terapia intensiva, che servirà soprattutto quando quest’emergenza sarà finita. Perché sarà questo il nostro obiettivo. Come italiani, ci siamo confermati bravi nell’emergenza. Ma nel futuro servirà essere tedeschi, perché bisognerà programmare il piano sanitario”.
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