Sono due anni difficili anche per chi opera all’interno del Covid Hospital Boscotrecase. Pietro Di Cicco, medico primario e responsabile del reparto di medicina d’urgenza, ha tracciato un bilancio a quasi due anni dall’arrivo della pandemia. Momenti difficili e soddisfazioni. Un mix che ha cambiato la vita di chi opera tra i reparti.

Dottore come giudica finora la sua esperienza al presidio di Boscotrecase?

“Io sono arrivato il 25 febbraio e posso dire di aver vissuto interamente qui il 2021. Abbiamo ottenuto diversi risultati. Ricordo il 18enne che ha festeggiato con noi la sua maggiore età e il bambino autistico che abbiamo fatto tornare a casa il giorno di Pasqua. O il 53enne affetto da anemia indotta dal Covid, che è successivamente guarito. Sono molti i traguardi raggiunti. Poi prende la tristezza perché rivedere una nuova risalita è una brutta sensazione. Al di là del fatto del lavoro gravoso, perché lavorare bardati è pesante. Poi anche psicologicamente affrontare una grande ondata per persone che hanno affrontato la prima è duro. Speriamo sia più ridotta rispetto all’ultima perché vorremmo tornare tutti alla vita normale”.

Anche qualche critica di troppo è giunta sul vostro grande operato.

“Lavoro nel sistema sanitario da vent’anni e non ho mai ascoltato queste cose. Sappiamo la nostra strada e andiamo avanti nel nostro lavoro. Non lavoriamo per aspettarci gratitudine. Lo facciamo per i pazienti e onestamente nella mia vita ho messo sempre avanti loro. Io ci ho messo la faccia e non me ne sono mai fatto un dramma. Si parla di un eccesso di morti, ma al pronto soccorso di Castellammare a novembre del 2020 ce ne fu un numero decisamente maggiore rispetto a quello riscontrato al Covid Hospital”.

Quanto è stata d’aiuto la campagna vaccinale?

“In subintensiva l’85% non è vaccinato. Nel reparto di medicina generale, invece, la media è un po’ diversa. E’ cambiata la metodologia dei pazienti. Prima c’erano degenti con polmonite, ma che non andavano ventilati. Oggi su 28 ricoverati, sono presenti patologie diverse. Per esempio ci sono due persone con femore fratturato e positivi al Covid. Alcuni si sono dovuti ricoverare per altre malattie come la ragazza di Capri salvata qualche giorno fa. Quindi direi che l’arrivo dei vaccini è stato fondamentale”.

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