Si chiude un altro anno difficile e sofferto al Covid Hospital Boscotrecase. La struttura guidata dal dottore Adriano De Simone ha raccolto anche quest’anno tante soddisfazioni. Al Sant’Anna-Madonna della Neve è stata affrontata nel migliore dei modi la terza ondata ed è partita anche l’organizzazione per la quarta. Sono state 1600 le persone ricoverate al nosocomio del vesuviano (il dato parte da marzo 2020 e termina a novembre 2021), con circa 400 decessi complessivi. Numeri che vanno valutati anche a seconda dei posti letto e degli interventi fatti. Proprio De Simone ha illustrato cos’è accaduto negli ultimi dodici mesi.

Direttore come giudica il 2021 del Covid Hospital Boscotrecase?

“L’emergenza è stata vista come un evento traumatico. Ma posso essere orgoglioso nel dire che il nostro è un bilancio positivo. Siamo sempre riusciti a programmare le attività per sopperire alle esigenze dei cittadini non solo della nostra Asl Na 3 Sud. Ma anche quelli di altre aziende sanitarie”.

Non sono mancati i momenti difficili. Dalle polemiche sindacali a quelle sul presunto aumento di decessi.

“Le motivazioni delle polemiche sindacali si sono portate avanti fin troppo. La questione dell’incidenza di mortalità, credo che ogni indicatore ha un nominatore e un denominatore. E se abbiamo avuto 1600 ricoveri in un anno, è chiaro che sia più alta la probabilità che qualcuno possa perdere la vita. Dire che ci sono stati tanti decessi, quindi, non ha senso. Poi all’esterno sentiamo l’affetto delle persone per il nostro impegno”.

E’ subentrato da poco al dottore Savio Marziani. Come sta vivendo questa nuova fase lavorativa?

“E’ stato quasi fisiologico. Io collaboravo con lui ed ero già edotto di tutti quelli che erano i suoi progetti di sviluppo e avviamento. Non sto facendo altro che portare avanti le indicazioni della direzione strategica. Ho ricevuto una pesante eredità perché il direttore ha svolto un ottimo lavoro. Dovrò impegnarmi tanto per cercare di essere capace di fare quanto e più di lui. Ma al momento sto ricevendo grandi soddisfazioni”.

Fa paura la variante Omicron? Ci sono casi nel vostro ospedale?

“Il problema non è di patogenicità, ma è della sua capacità di diffusione. Potrebbe determinare un ulteriore picco epidemico rispetto a quello che ci aspettiamo dopo le festività. L’azienda ci ha chiesto, nel caso ci fosse un caso sospetto di infezione, di sequenziare il tampone. Al momento non abbiamo avuto necessità di chiedere questa tipizzazione del virus. I pazienti che sono tutti con i soliti sintomi”.

Dottore si parla sempre della riapertura del pronto soccorso. A che punto siamo?

“Al momento parlare di riconversione è difficile pensarlo. D’altronde quest’ospedale è stato individuato come dedicato dalla direzione strategica. La faremo quando sarà terminata l’emergenza. Dobbiamo aspettare che la curva non sia così alta. Nell’anno nuovo dovrebbero cominciare i lavori di riqualificazione strutturale dell’ospedale. E’ stato dato ordine prioritario a questo. Ma ora è superfluo parlarne”.

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