“L’economia di Torre del Greco è ai minimi termini, perché si fondava sulla falsa ricchezza prodotta dalle obbligazioni. Saltata la Deiulemar, la città è in ginocchio. Oggi, chi ha ancora qualche risparmio ha timore”. Così l’avvocato Giuseppe Colapietro, difensore di quasi mille tra i risparmiatori coinvolti nel colossale fallimento della Compagnia di navigazione corallina. Crac da circa 800 milioni di euro e che lo stesso legale definisce “più grave dello scandalo Parmalat e dalle origini lontane”. Chi doveva controllare, in pratica, non ha controllato: “La Deiulemar, dal 2004, era sottoposta al controllo della Consob. Credo che tutti sapessero.  La colpa non è solo delle famiglie Della Gatta, Lembo e Iuliano”.

Frasi dure e scomode quelle di Colapietro, rilasciate nella speciale intervista video concessa a ‘LoStrillone’ (clicca sul link in basso). Affermazioni precise, nette, perentorie come una sentenza. Quella che il 20 novembre, tra appena 48 ore, sarà emessa dalla Sezione fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata. Le ultime speranze dei risparmiatori ‘truffati’ sono tutte riposte in quel verdetto. Da discutere c’è il ricorso presentato contro l’ammissione al passivo della Società di fatto da parte degli obbligazionisti. Solo se i Giudici diranno sì, i risparmiatori potranno recuperare qualcosa: quasi 300 i milioni di euro in ballo, secondo le prime stime. Risparmiatori che anche ieri, alle 16, hanno marciato su Torre del Greco. Partenza dalla villa comunale, per ribadire la loro ferma volontà di ottenere giustizia: “Impossibile fare previsioni sull’esito del processo – conclude Colapietro - . Se credo a tesoretti Deiulemar a Malta? Non ne ho certezza, ma siamo molto vicini alla verità”.

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