Torre Annunziata Sono un centinaio a radunarsi stamattina all'esterno del nuovo Palazzo di Giustizia. Intonano cori, espongono striscioni, provano a far sentire la loro voce, perchè si sentono abbandonati "dalla politica, dalle Istituzioni e dal sindaco di Torre del Greco Borriello, 3 anni fa in testa al corteo a lottare con noi ed ora confinato a Palazzo Baronale"

Sono la rappresentanza più combattiva dei 13mila obbligazionisti coinvolti nel colossale crac Deiulemar, la compagnia di navigazione corallina fallita nel 2012 con un passivo di circa 800 milioni di euro. "La Parmalat del mare" fu subito definita dagli esperti in materia. C'è chi nel crac ha perso tutto ed è costretto oggi "a mangiare alla mensa dei poveri della Chiesa di S.Antonio". C'è chi si rassegna e chi invece protesta ancora, sperando che l'udienza del prossimo 5 febbraio (giorno in cui è attesa una nuova pronuncia dei Giudici di Torre Annunziata, sulla vicenda relativa al sequestro di beni e crediti confluiti nel fallimento della cosiddetta Società di Fatto, ndr) possa almeno restituirgli in minima parte i risparmi di una vita, investiti  anni fa ed ora persi d'un colpo. "Torre del Greco è una città morta" gridano con rabbia, andando via verso le 13 e sciogliendo il corteo. In attesa che la speranza arrivi il 5 febbraio. Almeno dalle aule di Tribunale.

In basso, la fotogallery della protesta

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