Crollo di Rampa Nunziante, i filoni processuali saranno accorpati.

Salvo imprevisti infatti, l’udienza di mercoledì 6 febbraio (che vede imputato solo Roberto Cuomo che ha scelto il giudizio immediato) sarà rinviata per essere accorpata al processo con rito ordinario che vede imputate altre 14 persone accusate a vario titolo di falsa attestazionefalso ideologico, disastro omicidio colposo. Sempre mercoledì, a distanza di poche ore, ci sarà l’udienza preliminare per Massimo Lafranco. Se ci sarà il rinvio a giudizio, è probabile che anche questo filone processuale venga accorpato a quello principale.

LE INDAGINI. Le indagini sul crollo che ha causato la morte di otto persone, tra cui due bambini, sono terminate nello scorso aprile con 15 avvisi di garanzia. Nel corso dell'udienza preliminare davanti al Gip, il pm aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati per i vari capi d’imputazione: omicidio colposo, disastro e falso ideologico. Poi a dicembre il “colpo di scena” con l’estensione dell’accusa di omicidio colposo plurimo.

LE NUOVE FONTI DI PROVA. La decisione dopo l’acquisizione di nuove fonti di prova nelle mani del pm Andreana Ambrosino: anche Lafranco, secondo l’accusa, sapeva dei lavori al secondo piano, nell'appartamento venduto a Gerardo Velotto. Secondo le relazioni prodotte dai tecnici della Procura, sono stati i lavori in quell'immobile e l'abbattimento di travi e maschi murari, a provocare il cedimento dell'ala nord, causando la morte di Pasquale Guida, Anna Duraccio e i figli Francesca e Salvatore GuidaGiacomo Cuccurullo, Adele Laiola e il figlio Marco Cuccurullo e infine la signora Pina Aprea.

GLI IMPUTATI. Sono in tutto 15 gli imputati. Escluso Cuomo, gli altri si presenteranno alla prima udienza del processo. Risponderanno di falsa attestazione (Ilaria Bonifacio, Massimo Lafranco, Rosanna Vitiello, Marco Chiocchietti, Luisa Scarfato e Emilio Cirillo), falso ideologico (Rita Buongiovanni, Giuseppe Buongiovanni, Donatella Buongiovanni e Roberta Amodio) ed omicidio colposo (il proprietario dell’appartamento in ristrutturazione Gerardo Velotto, il progettista e responsabile dei cantieri Massimiliano Bonzani, l’operaio edile che lavorava in uno degli appartamenti Pasquale Cosenza ed il proprietario di tre unità abitative nell’edificio Aniello Manzo).

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