Continua il processo in Corte d'Appello sul crollo di Rampa Nunziante. Ieri al Tribunale di Napoli parola alle Parti Civili per le discussioni finali. "Chiediamo la conferma delle sentenze emesse in primo grado". Questa la richiesta dei legali delle famiglie delle vittime e del Comune di Torre Annunziata, costituitosi parte civile al processo. 

Prossima udienza fissata al 26 febbraio, quando a prendere la parola sarà Elio D'Aquino, legale di Roberto Cuomo e Massimo Lafranco. Toccherà all'avvocato difensore convincere i giudici della Corte d'Appello dell'innocenza dei suoi assistiti. Il sostituto procuratore Dina Cassaniello ha chiesto per entrambi una condanna a 8 anni di reclusione per crollo e omicidio colposo plurimo. Dopo l'assoluzione ottenuta in primo grado, si aggrava la posizione dei due imputati. Nello specifico Lafranco fu coinvolto nel processo per falso dopo le dichiarazioni del teste Mario Menichini, ritenuto poi non attendibile dal giudice Todisco. Roberto Cuomo invece era l'amministratore del palazzo crollato.

In base alla sentenza di primo grado, emessa il 21 luglio 2021, sono quattro i responsabili del crollo. Furono condannati a 12 anni e 6 mesi Gerardo Velotto, 12 anni per Massimiliano Bonzani, 11 anni per Aniello Manzo, 9 anni e mezzo per Pasquale CosenzaRosanna Vitiello e Ilaria Bonifacio (rispettivamente mogli di Massimo Lafranco e Roberto Cuomo) furono condannate a un anno e mezzo. Stessa condanna anche per i mariti, accusati di falso. A poche udienze dalla fine del processo in Corte d'Appello, potrebbe ribaltarsi completamente la posizione di Cuomo e Lafranco a rischio condanna per omicidio colposo. (nella foto l'avvocato Gennaro Bartolino)

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