“Ho girato parecchio, vengo da un viaggio bellissimo in Danimarca, ma ora sogno di fare un reportage fotografico di Torre Annunziata con la mia macchina fotografica d’epoca”.

In estrema sintesi, ecco lo scopo di Alessandro Genovese, un ragazzo che ha deciso di fare della fotografia un culto del bello. Originario di Torre Annunziata, sta per varcare la soglia dei 29 anni (da compiere a febbraio, ndr) con una laurea triennale in Disegno Industriale conseguita alla Facoltà di Architettura della Seconda Università Vanvitelli di Aversa; e una specializzazione in Fotogiornalismo all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

La sua idea è nata a febbraio 2018, con la costruzione di un modello primitivo di macchina. Una fotocamera separata dalla camera oscura, un po’ come avveniva con le “sliding box cameras” che usavano i pionieri della fotografia. “Successivamente ho riprodotto una macchina sul modello afghan camera, di quelle che venivano usate per fare le fototessere. Una fotocamera in un unico corpo, dal peso di 10 kg. Abbastanza ingombrante e difficile da portare con me, mi sono armato di forza e pazienza e sono partito. Ho riprogettato la macchina par fare foto in chiave più artistica: ora, fortunatamente, non ingombra più come il prototipo che portavo in giro in bici in Danimarca. Alcuni mi hanno detto che gli ricordo la scena di Totò di “Pasquale il fotografo” nel film “Miseria e Nobiltà”.

E in effetti il richiamo ci sta tutto, anche per i numerosi aneddoti che ci ha raccontato. Uno su tutti, la curiosità dei napoletani non appena notavano il “marchingegno”: “Quando ero a Copenaghen la gente non era incuriosita, passava e tirava dritto. Qui, invece, anche gente che non conosce molto della fotografia mi chiede dettagli sulla macchina che porto. E’ divertentissimo”.

L’idea iniziale era quella di vendere foto ai passanti: “Magari approfittando del boom turistico di Napoli. Sto cercando di sfruttare la cosa in qualche modo, anche per distinguermi dai fotografi che ci sono in giro. La macchina in questo mi aiuta, non passo inosservato – ride”.

Il modello che ha costruito ora Alessandro è diverso. La struttura attuale è una fusione tra il modello delle afghan camera con quella “minutero”, che letteralmente significa “foto in minuti”. “Ho iniziato con queste foto quando ero a Copenaghen – ha spiegato Alessandro Genovese -. Ora sto girando a Napoli nelle zone del centro storico, sul lungomare e ho intenzione di andare in Costiera Amalfitana a chiedere offerte simboliche. Presto, però, otterrò tutte le licenze del caso”.

E non poteva mancare la sua città: “Ovviamente mi sono fermato nelle zone nevralgiche di Torre Annunziata. Da Capo Oncino, passando per la “curva” di via Gino Alfani, la strada della movida torrese, fino alla Salera. Ma ho intenzione di trasferirmi in pianta stabile a Napoli”. Con un solo “semplice” obiettivo: “Voglio essere un fotogiornalista”.

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