Tante, troppe vittime. L’omicidio di Maurizio Cerrato avvenuto lo scorso 21 aprile ha scosso ancora una volta l’intera comunità di Torre Annunziata. Il 61enne è stato ucciso in via IV Novembre da quattro belve, che sono state assicurate alla giustizia grazie al grande lavoro dei carabinieri. Tutto è scaturito da una lite per motivi di parcheggio. Maurizio ha provato a difendere la figlia Maria Adriana ed è stato colpito prima con un crick e poi con una coltellata in pieno torace che è stata fatale. L’indignazione è salita alle stelle soprattutto perché a far scaturire la lite è stato lo spostamento di una sedia, da parte della figlia della vittima, che non le permetteva di parcheggiare la propria vettura. Maurizio Cerrato va così ad aggiungersi alle altre persone innocenti, uccise dalla mano sanguinosa della camorra. Torre Annunziata ha pagato, e paga, un conto salatissimo. Il 61enne è la dodicesima.
LUIGI D’ALESSIO. Ancora oggi dinanzi al comando dei carabinieri c’è una stele intitolata al maresciallo Luigi D’Alessio. Il militare fu vittima di un agguato la sera dell’8 gennaio 1982 durante un servizio di perlustrazione, effettuato insieme ad altri commilitoni nel territorio di Torre Annunziata, intercettò un’auto con 4 persone a bordo. Due di queste furono riconosciute come pericolosi latitanti. I carabinieri riuscirono a fermare l’auto e, quando il Maresciallo D’Alessio si avvicinò, fu raggiunto da alcuni colpi di fucile esplosi dai malviventi.
ROSA VISONE. Fu un proiettile vagante, invece, a uccidere la 16enne Rosa Visone. La giovane si trovò, suo malgrado, dinanzi a una sparatoria avvenuta l’8 gennaio del 1982 in via Settetermini. Stava solo attraversando la strada nel posto sbagliato al momento sbagliato.
LUIGI CAFIERO. Fa ancora rabbia la morte del 19enne Luigi Cafiero. La sera del primo aprile del 1982 fu assassinato, mentre era in auto con la fidanzata, per un mero scambio di persona.
FRANCESCO FABBRIZZI. Il 54enne morì nella strage di Sant’Alessandro avvenuta il 26 agosto del 1984. In quell’occasione morirono 8 persone a causa della guerra che stava avvenendo tra il clan Gionta e gli Alfieri. Ebbe solo la colpa di trovarsi al Circolo dei Pescatori al momento del raid.
GIANCARLO SIANI. Non era di Torre Annunziata, ma il giornalista de “Il Mattino” lavorava tutti i giorni parlando del territorio oplontino. Il 10 giugno 1985 il suo giornale pubblicò un suo articolo nel quale ipotizzava che dietro l’arresto del boss Valentino Gionta potesse esservi il tradimento del boss alleato Lorenzo Nuvoletta. L’articolo provocò le ire della camorra e Nuvoletta decretò la sua morte, Morì così a Napoli la sera del 23 settembre 1985 assassinato sotto casa. Dopo anni di processi i suoi assassini sono stati scoperti.
LUIGI STAIANO. L’imprenditore edile fu assassinato il 4 luglio del 1986, mentre si stava recando dal fruttivendolo. A sparare furono due giovani su una moto e con i volti coperti dai caschi. Era sposato, padre di una bambina che all’epoca aveva 3 anni. Ebbe il coraggio di dire no alla camorra delle estorsioni presentando denuncia in Questura.
COSTANTINO LAUDICINO. Aveva 25 anni e venne ammazzato il 3 febbraio del 1992 nei pressi del luogo dove lavorava. Ancora oggi sono sconosciute le cause dei colpi d’arma da fuoco.
VINCENZO VISIELLO. Il 18enne, il 14 febbraio del 1993, fu ucciso mentre con il padre si stava recando ad Avellino a bordo di un furgone per caricare uno ‘stock’ di computer ma, in prossimità dell’autostrada NapoliSalerno, fermatisi per parlare con un uomo fermo sul ciglio della strada sono partiti colpi di pistola.
ANDREA MARCHESE. Era il proprietario di uno dei più grandi magazzini di arredo bagni di Torre Annunziata, la sera del 17 maggio 1995 fu assassinato nel corso di una rapina nel mio ufficio in Via Roma. Per il suo assassino doveva essere un’”iniziazione”, l’esordio di un baby killer di quindici anni. Aveva 49 anni.
RAFFAELE PASTORE. Il 35enne era un commerciante all’ingrosso di prodotti alimentari da agricoltura. Venne ucciso a Torre Annunziata il 23 novembre 1996 mentre era nel suo negozio. Si era rifiutato di pagare il pizzo ai camorristi e avevo denunciato i suoi taglieggiatori. Chiese anche solidarietà ad altri commercianti, per non rimanere solo nella lotta ai clan delle estorsioni, ma nessuno gli fu vicino.
MATILDE SORRENTINO. Da tutti è definita “Mamma Coraggio”. Nel 1997 la 49emnne denunciò un’organizzazione di pedofili nel Rione Stefano Biondi dei Poverelli a Torre Annunziata. Suo figlio era rimasto vittima dei pedofili e decise di testimoniare al processo che terminò con la condanna dei pedofili. Venne uccisa il 27 marzo del 2004 mentre si trovava a casa. A oggi è in corso il processo contro Francesco Tamarisco, ritenuto il mandante dell’omicidio di Matilde.
Tante, troppe vittime. L’omicidio di Maurizio Cerrato avvenuto lo scorso 21 aprile ha scosso ancora una volta l’intera comunità di Torre Annunziata. Il 61enne è stato ucciso in via IV Novembre da quattro belve, che sono state assicurate alla giustizia grazie al grande lavor...
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