Da Palazzo Fienga a Palazzo Siani non ci passa solo il nome. Almeno nell’idea del sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, che vuole cambiare il volto dello storico edificio assurto alle cronache per essere divenuto, negli anni, la roccaforte del clan Gionta. Quello stabile definito “fabbrica della morte”, dove si sono decisi e consumati omicidi, stabilito racket e tassi usurai, organizzato le piazze dello spaccio, dovrebbe diventare, nell’idea del primo cittadino, “un’agorà aperto alla città”.

Nel giorno in cui ci si è fermati nel ricordo del giovane cronista de Il Mattino ucciso in quel lontano 1985, a Palazzo Criscuolo, sede dell’amministrazione oplontina, il capo dell’amministrazione, commemorando Giancarlo Siani, ha consegnato nelle mani del Ministro Orlando il piano di riqualificazione della zona della marina. Non solo Palazzo Fienga, infatti, ma tutta l’area di largo San Luigi inclusa nel progetto ambizioso la cui riqualificazione potrebbe costare oltre 10 milioni di euro.

Da fortezza inespugnabile ad una piazza pubblica. L’intero piano terra aperto con porticati ed attività commerciali. Ai piani invce uffici del Giudice di Pace, uffici giudiziari, alloggi destinati alle forze dell’ordine ed altri ad eventi emergenziali, ludoteca e biblioteca. Un ampio parcheggio sotterraneo grande l’intera area che si andrà a recuperare. E ancora spazi verdi a ridosso del trincerone ferroviario”. È la descrizione che ne ha fatto Starita delle tavole preparate dagli uffici comunali in gran segreto. Sembra che nemmeno gli assessori sapevano dei rendering esposti il 23 mattina nell’atrio del Palazzo dell’Ente. “Quando si parla di Palazzo Fienga me ne occupo direttamente io, non delego nessuno”, ha risposto secco il primo cittadino.

Lo storico palazzo, che sul lato di via D’Alagno guarda la Basilica dell’Annunziata, con il rifacimento andrebbe a completare un’opera ideale che ridisegnerebbero la fascia di costa. Su quella zona dovrebbero partire gli annunciati lavori di recupero del trincerone ferroviario e dell’area ex ecoittica grazie ai fondi JESSICA. “È una catena che parte dal mare con un’idea coerente che completa un mosaico collettivo”, la chiosa di Starita mentre, quasi dalle ultime sedie ha annuito il suo vate e predecessore, Francesco Cucolo.

Chiudendo con una curiosità, se il sindaco degli anni passati era tra le retrovie, nelle prime file c’erano invece i papabili alla futura successione: Fausta Cirillo, Lello Ricciardi e Germaine Popolo.

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