Da 'professore' a 'prof', da arrabbiato, iroso, furioso, a una faccina a rappresentare un'emozione. Nella sede storica della Federico II, a Napoli, è stato aperto oggi il Congresso dell'Associazione degli italianisti, Adi, nel ventennale della sua fondazione. Vent'anni durante i quali il contesto sociale italiano ha attraversato le sue trasformazioni che, inevitabilmente, hanno avuto ripercussioni anche sulla lingua italiana. Come, per esempio, nel caso di prof al posto di professore che, come spiegato da Giancarlo Alfano, tra gli organizzatori del congresso e componente dell'Adi, “è il segno del cambiamento”.

Non solo si tende ad accorciare - e con 'prof' è evidente - una parola, ma anche a indicare un cambiamento della concezione della scuola. “Prima la scuola era un ambiente ‘altro’ dalla famiglia - dice Alfano - oggi, invece, si tende quasi a confondere i due luoghi”. Un modo anche per rendere più confidenziale il rapporto tra lo studente e il suo insegnate, basato, forse di più che in passato, sulla confidenza.

Nel caso dell'utilizzo di emoticon, la situazione è un po' diversa. “Chi oggi conosce la differenza tra ira, rabbia e furia? - afferma - Pochi. C'è un solo emoticon che rappresenta quel tipo di emozione”. Per recuperare l'abitudine di utilizzare la parola giusta al momento giusto, un consiglio, come evidenzia Alfano, “può essere di utilizzarle all'interno di un contesto. Una lista di parole da imparare è impensabile - sottolinea - occorrerebbe, per esempio, fare esercizio nell'uso delle parole nel contesto”. E cita come esempio il fumetto di Topolino. “Quando compariva nei dialoghi una parola nuova - aggiunge - era spesso evidenziata in grassetto. Così, anche visivamente, restava impressa all'interno di uno specifico contesto”.

Il congresso, aperto oggi, andrà avanti fino al 10 settembre. Una quattro giorni che vede coinvolte le università della Campania durante la quale studiosi della Letteratura italiana discuteranno del tema ‘La letteratura italiana e le arti’. “Un convegno che vede la collaborazione del sistema universitario campano - evidenzia il prorettore della Federico II, Arturo De Vivo - E' un momento di riflessione non solo sulla letteratura italiana e le ricchezze nel settore, ma di approfondimento del rapporto con il cinema, il teatro, la musica”.

“Durante tutti questi anni l'associazione si è impegnata a far crescere l'italianistica in Italia e in Europa - fa sapere Pasquale Sabbatino, docente del Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II - anche se, rispetto al passato stanno diminuendo all'estero le cattedre di Italiano, sostituite da 'Cultura Italiana' o 'Storia del cinema'”.

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