Erano partiti da Torre del Greco con un natante, con il preciso intento di andare a recuperare ricci di mare nell'area marina protetta del parco sommerso di Gaiola, nella zona di Posillipo.

Ma qui sono stati bloccati in flagrante dai carabinieri del nucleo subacquei e denunciati. Si tratta di due pescatori di frodo, sorpresi all'alba dai militari che hanno operato d'intesa con il nucleo Tutela Patrimonio Culturale, su richiesta del centro studi interdisciplinari Gaiola onlus (ente gestore del parco).

Secondo quanto appurato dai carabinieri, i due svolgevano l'attività con un piccolo natante munito di un compressore in grado di 'insufflare' aria in continuo al subacqueo in immersione. All'arrivo degli uomini dell'Arma i pescatori di frodo avevano già riempito due sacchi di ricci di mare, per un totale di circa 38 chili, pari a circa 1.000 esemplari.

La pesca di ricci di mare all'interno dell'area marina protetta è assolutamente vietata ed è reato penale. I ricercatori del parco che hanno svolto le dovute analisi prima di rilasciare nuovamente il pescato sui fondali, hanno potuto inoltre costatare come la maggior parte dei ricci fosse di taglia ridottissima, compresa tra i 4 e i 5 centimetri, con esemplari di dimensioni anche inferiori ai 3 centimetri.

''Uno sciacallaggio vergognoso e privo di alcun senso - spiegano attraverso una nota i carabinieri - visto che le gonadi (la cosiddetta ''polpa'' che si raccoglie per la vendita) in esemplari così piccoli sono praticamente quasi inesistenti, dato che tale specie ha un accrescimento di circa un centimetro l'anno e raggiunge la maturità sessuale tra i 4 ed i 5 anni di età''. 


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