Dal Vesuvio alle Frecce Tricolori, la storia del Capitano Leonardo Leo
Dal 2021 nella Pattuglia Acrobatica. 'Rapporto viscerale con la mia terra. Torno volentieri a Torre Annunziata e Boscotrecase"
02-06-2024 | di Catello Germano
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“Fatto con la lava e la cenere del Vesuvio”. Così si definisce il Cap. Leonardo Leo, pilota delle Frecce Tricolori. Nato a Pompei e cresciuto tra Torre Annunziata e Boscotrecase, il capitano Leo è il pony num. 3 della Pattuglia Acrobatica dell’Aeronautica Militare. Si racconta al nostro giornale in occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, nel corso di una call disponibile nella sezione video del nostro sito e sui nostri canali social.
“Dopo il diploma al liceo Pitagora di Torre Annunziata ho fatto due tentativi per entrare in Accademia – racconta il capitano Leo - Al secondo tentativo nel 2015 sono diventato ufficiale. Il percorso è stato lungo e mi ha visto impegnato prima nelle scuole di volo nella base Nato di Sheppard, negli Stati Uniti. Sono stato assegnato alla linea aerotattica e l’addestramento mi ha portato prima a Galatina (Lecce), poi a Grosseto e infine a Gioia del Colle presso il 10° gruppo del 36° stormo caccia, dove sono diventato a tutti gli effetti un pilota da difesa aerea pronto al combattimento. Dopo alcuni anni ho avuto la possibilità di fare la selezione per la Pattuglia Acrobatica Nazionale e oggi sono all’inizio del quarto anno con le Frecce” racconta il Capitano Leo.
La stagione acrobatica comincia il 1 maggio con l’ultimo giorno di addestramento, dopo di che la Pattuglia è impegnata quasi tutti i week end con Air Show in Italia o all’estero fino a ottobre. “Tra due settimane partiamo per il nord America dove saremo impegnati prima in Canada per i 100 anni dell’aviazione canadese e poi ci sposteremo negli Stati Uniti fino a settembre con air show nei diversi Stati”. Esibizioni spettacolari che richiedono la massima concentrazione e un addestramento costante che va da ottobre all’aprile dell’anno successivo. “Durante il volo non c’è spazio per le emozioni, siamo concentrati nel mantenere al millimetro la nostra posizione – confessa il capitano Leo – ma una volta a terra ci arriva tutto il calore del pubblico ed è bellissimo. Due episodi ricordo con particolare affetto: lo spettacolo di Zeltweg n Austria dove, una volta a terra, fui circondato da 300mila spettatori in festa e poi gli sguardi delle persone sulla balaustra di Pratica di Mare l’anno scorso in occasione del centenario dell’Aeronautica Militare”.
Nonostante i molteplici impegni in giro per il mondo, il Capitano Leo di tanto in tanto torna alle pendici del Vesuvio. “Ho un rapporto viscerale con la mia terra. Appena posso mi faccio la pizza in casa per non sentire la nostalgia – racconta il Capitano - Quando riesco a tornare per salutare i miei genitori, cerco di godermi un po’ il territorio, facendo una corsa sul porto di Torre Annunziata o una passeggiata sul Vesuvio”. Città complicate quelle del vesuviano, dove ci sono tanti giovani che provano ad inseguire i loro sogni. A loro il Capitano Leonardo Leo manda un messaggio forte: “Inseguite sempre i vostri sogni, non fermatevi alle prime difficoltà. Anche io al primo tentativo di entrare in Accademia risultai idoneo ma non ammesso. Non mi sono abbattuto, anzi. Mi sono fortificato. Anche grazie a questo che al secondo tentativo sono riuscito ad entrare. Oggi faccio il lavoro che sognavo da bambino. Non mollate mai”.
La direzione de loStrillone.tv ringrazia l'Aeronautica Militare, il 5° reparto Comunicazione dello Stato Maggiore dell'Aeronautica e la direzione della Pattuglia Acrobatica per aver concesso in brevissimo tempo l'intervista al Cap. Leonardo Leo.
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