D’Alema: “Occorre riportare il Mezzogiorno al centro delle politiche del governo”
L’ex presidente del consiglio italiano è intervenuto al dibattito dei ‘Riformisti nel Mezzogiorno’ al Lido Azzurro di Torre Annunziata
17-07-2015 | di Raffaele Perrotta
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“Occorre che De Luca ed Emiliano si mettano alla guida di un movimento che riporti il Mezzogiorno al centro dell’agenda politica del paese. Solo così si può realmente immaginare di cambiare qualcosa”. Una nuova centralità del Sud nelle politiche del governo italiano, rinnovamento e non ‘giovanilismo’ della classe politica e la questione greca come sconfitta dell’Europa e dei suoi valori fondativi, tra cui la solidarietà tra i popoli. Sono i tre grandi temi sui quali ha risposto Massimo D’Alema, alle domande di Lello Ricciardi – capogruppo del PD nel consiglio comunale oplontino – ed Antonio Cavallaro – coordinatore del forum dei giovani cittadini – intervenendo al dibattito organizzato, al Lido Azzurro di Torre Annunziata, dall’associazione ‘Riformisti nel Mezzogiorno’.
‘QUESTIONE MERIDIONALE’. Come ad una nuova o mai tramontata ‘Questione Meridionale’, D’Alema lega indissolubilmente la ripresa del Mezzogiorno a politiche di investimento dello Stato.
“Sradicare il fenomeno della criminalità è difficile se non c’è prospettiva di crescita. Solo le politiche dell’Ulivo misero realmente al centro il Mezzogiorno, destinando ingenti fondi nazionali. Occorre una svolta politica profonda che parta dallo sfatare la tendenza generale di considerare che non c’è più una questione Meridionale. In realtà, il federalismo fiscale ha aggravato il divario favorendo il nord ed impoverendo il Mezzogiorno di almeno 200 miliardi. Allo stesso tempo il Sud ha assistito passivamente a questa situazione che, cosa incredibile, non ha generato una rivolta”.
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RINNOVAMENTO DELLA CLASSE POLITICA. Un lungo attacco velato a Renzi durante tutto il suo intervento, palesandolo, in particolare, sulla questione del rinnovamento della classe politica. L’ex presidente del consiglio italiano, Massimo D’Alema, ha sottolineato che “il problema è chi si batte sventolando la bandiera del giovanilismo, senza portare alcun elemento di rinnovamento politico e culturale”.
“Ritengo naturale che i giovani si impegnino per conquistare le leve del potere – ha risposto alla domanda di Cavallaro – e che i vecchi fanno di tutto per non perdere la loro posizione. Nel mio caso, come in quello di Veltroni, hanno dimostrato di voler liquidare il gruppo dirigente storico della sinistra. A confermarlo è il fatto di aver tenuto dentro persone come Fioroni. Sono preoccupato perché non riesco a vedere il contenuto culturale in questa ventata di rinnovamento. Un esempio? La riforma del sistema elettorale che non introduce nulla di nuovo ma è una copia del ‘porcellum’. La storia insegna che fare leggi pensando a se stessi fa perdere le elezioni”.
IL ‘CASO GRECIA’. “Mi sono vergognato perché la solidarietà verso la Grecia è venuta solo dagli Stati Uniti e non dall’Europa che su quel valore si è fondata ed è nata”. Le ultime vicende europee ed il ‘caso Grecia’ hanno tenuto banco anche al dibattito dei Riformisti. D’Alema, presidente della fondazione ‘Italiani Europei’, nell’analisi sullo stato di salute della famiglia socialista europea, ha detto che: “Ha fatto difficoltà ad imprimere un segno forte in questa vicenda. Si è evitato il peggio perché la destra continentale voleva cacciare la Grecia, per dare un esempio anche a noi. Ne è la riprova il fatto che l’Europa, durante queste settimane, ha bruciato 900 miliardi di euro: il debito greco è di 300 miliardi. Se si fosse aiutata, i risparmiatori avrebbero conservato circa 600 miliardi. La visione neoliberista ormai non funziona più”.
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