“Sono rimasta incantata da Pompei, spero di poterci ritornare presto”. Queste le parole di Smilla 20enne di origine svedese, che ha vissuto per quasi un anno nella città mariana grazie all’Erasmus.

“Avevo visto Pompei solo nei libri di scuola – confessa la ragazza – sono rimasta a bocca aperta quando ho visitato per la prima volta gli Scavi, non credevo fosse così grande la città antica”.

Smilla molto vicina al sociale, sul territorio mariano ha svolto una serie di attività promosse dal servizio di volontariato europeo  in cui ha avuto la possibilità di insegnare inglese ai bimbi di alcune scuole della città occupandosi anche dei social e della logistica dell’Associazione Active Youth for Europe.

“Mi sono ambientata subito in città – racconta la 20enne – il clima è molto accogliente, le persone sono sempre sorridenti e pronte ad aiutarti anche se qualche volta un po’ invadenti per i miei gusti”.

In Svezia Smilla studia Ingegneria Gestionale ed aiuta i genitori nell’attività di famiglia: “Di Pompei sono rimasta molto colpita dal Lifestyle, lo stile di vita. In Svezia noi ci dedichiamo solo allo studio e al lavoro, invece qui si ha la possibilità di fare più attività”.

E infatti Smilla dopo il lavoro passava la maggior parte del suo tempo in piazza Bartolo Longo, cuore pulsante della città di Pompei: “In questo anno per rilassarmi venivo nella piazza del Santuario – dice Smilla – leggevo un libro,  mangiavo un gelato e chiacchieravo con le persone. E’ stata la cosa che ho preferito di più”.

Ma la 20enne svedese non è stata colpita solo in positivo dalla città, ci sono stati anche degli aspetti in cui Pompei, secondo il suo parere, pecca dal punto di vista cittadino e sicuramente anche turistico: “Le strade della periferia sono impraticabili con la bici – aggiunge – io mi sono mossa sempre così ed è stato molto difficoltoso. In più è impensabile che una città come Pompei non abbia una pista ciclabile e un vero parco per fare attività fisica e godersi la natura”.

Ma a pochi giorni dal suo rientro in Svezia, Smilla non riesce a fare a meno di pensare alle cose che più le mancheranno di Pompei e della sua esperienza di volontariato: “Porto con me tutto quello che la città mi ha trasmesso – conclude triste Smilla – la grande cultura, gli insegnamenti sul lavoro, il clima sempre piacevole, il buon cibo e soprattutto tutte le persone conosciute in questo anno che sono state straordinarie con me. Pompei è diventata la mia seconda casa e sempre lo sarà”.

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