Dalla tradizione alla spiritualità: la Candelora nel racconto di Ciretta Garufulella
Al Santuario di Montevergine migliaia di pellegrini per rendere grazie a Mamma Schiavona
01-02-2023 | di Rosanna Salvi
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Sulla cima del monte Partenio riecheggia il grido d'orgoglio della comunità arcobaleno. Sotto la protezione di Mamma Schiavona la luce sostituisce il buio. Il 2 febbraio, al Santuario di Montevergine, si celebrerà l’antica tradizione della Juta dei Femminielli, marcia sacra che mescola sacro e profano.
Nel suggestivo salotto letterario della Libreria Libertà di Torre Annunziata inizia un viaggio all'insegna della fede. A guidarci in questo sacro excursus tra spiritualità e tradizione è Ciretta Garufulella, volto noto nella comunità oplontina. “Negli anni ’60 mi inginocchiai per la prima volta dinanzi all'effigie della Madonna di Montevergine. Sfidai il freddo per raggiungere il Santuario e quando entrai fui sopraffatto da quell’immagine meravigliosa. La Candelora è un momento di sospensione in cui la luce vince sul buio. Sul monte Partenio ci risvegliamo da un letargico inverno per tornare a risplendere nel mondo”.
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La Juta dei Femminielli nasce dall'oralità. Secondo l’antica leggenda la Madonna di Montevergine avrebbe miracolosamente liberato due innamorati su cui pendeva una sentenza di morte. Il 2 febbraio l’intervento miracoloso di Mamma Schiavona scongiurò la tragedia e restituì ai ragazzi la libertà.
“I femminielli rinnegano ogni etichetta. Chiediamo di non essere intrappolati in definizioni nette che creano distanze tra le persone. Siamo nient’altro che un’anima rosa in un corpo azzurro. La Candelora è un’astrazione indefinita che non ha la pretesa di imprigionarsi in un unico significato. Chi non riesce a cogliere l'essenza dei femminielli, difficilmente potrà capire l’importanza di questa ricorrenza religiosa”.
Alla vigilia della Candelora il racconto di Ciretta Garufulella diventa uno strumento prezioso per riflettere sull’importanza dell’inclusione. In una società che continua a costruire muri di stereotipi e pregiudizi le parole del femminiello oplontino sono un antidoto contro la discriminazione. “In tanti partecipano solo per divertimento. La ricorrenza religiosa non è un reale momento di confronto con la comunità LGBT+. Non meritiamo di essere considerati una volta all’anno. Si parla di noi perchè domani è il 2 febbraio, eppure esistiamo da prima. Chi coltiva dentro di sé il seme del pregiudizio, non potrà mai vedere la diversità come un valore aggiunto".
Domani, sotto la protezione di Mamma Schiavona, regnerà l'amore in ogni sua forma. Accompagnati dal suono della tammorra e dallo schioccare delle nacchere i fedeli della comunità arcobaleno esprimeranno liberamente la propria spiritualità, in nome della Madonna Nera che ‘tutto concede e tutto perdona’.
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