“Non è trascorso giorno da quel luglio che, insieme a tanti altri amici, non lo abbiamo pensato, ripercorso e difeso, testimoniandone ogni volta l'incredibile rinascita che man mano si mostrava anche lì dove tutto sembrava essere perduto”. Vincenzo Marasco, presidente del Centro Studi Nicolò D’Alagno, ricorda così i due anni appena trascorsi dall’incendio che ha devastato il Vesuvio.

L’11 luglio 2017 è una data tristemente nota al popolo vesuviano. Due anni fa, infatti, il Parco Nazionale del Vesuvio fu devastato da una serie di incendi che misero in pericolo vite umane e deturpato migliaia di ettari di vegetazione.

Un disastro ambientale di grandi proporzioni, alla luce del fatto che, ogni anno, migliaia di visitatori decidono di andare sulla vetta del “formidabil monte” e conoscere la storia del Gran Cono e della Costa Vesuviana. A due anni dal disastro, Madre Natura pian piano sta riprendendo quello che gli è stato vigliaccamente tolto.

Marasco in questi giorni ha realizzato reportage fotografico sul versante vesuviano di Boscotrecase percorso fino a quota 800 metri. Oggi il versante vesuviano di Boscotrecase, dopo due anni dall'incendio, è quello che le foto in basso dimostrano. “Se da un verso sembra essere irreparabilmente sfregiato – ha continuato Marasco -, dall'altro, forse un po' più nascosto e intimo, invece è prepotentemente vivo e lì dove l'arsura sembrava aver preso tutto, la tenacia silente dei pini e delle ginestre ridona al ‘formidabil monte’ quel fascino che solo la Natura sa offrire. E noi che lo abbiamo sempre amato, e che continueremo ad amarlo in modo spropositato e incondizionato, siamo felici di poter godere di queste impareggiabili bellezze, sempre nel rispetto assoluto di quell'entità che la nostra ‘Montagna che vive’ nasconde in seno”.

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