Dalle chiamate ai consulti in chat: ecco come agiva il finto ginecologo di Torre Annunziata
La scoperta grazie a una studentessa: emersi altri casi di abusi telefonici dell’uomo che ora rischia il processo
23-11-2024 | di Marco De Rosa
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Tutto iniziava con una chiamata da un numero sconosciuto. L’uomo si presentava come “dottor Francesco Licante” o simili, sostenendo di essere un ginecologo affiliato al Counseling center dell’ospedale di Tricase, in provincia di Lecce. Grazie a un accesso illecito a dati sensibili delle vittime, era in grado di fornire dettagli personali, come la data di nascita, l’indirizzo e informazioni cliniche, convincendo così le donne a fidarsi. Grazie a una studentessa, però, è stato sorpreso e fermato. Noemi ha raccontato pubblicamente su instagram la sua esperienza.
Emergono nuovi particolari nell’inchiesta che ha travolto un finto ginecologo originario di Torre Annunziata, Salvatore Sisto Urgo. Nella sua trappola sarebbero finite almeno 18 donne, 16 delle quali a Lecce, perfino una donna malata di cancro.
LA SUA STRATEGIA. Il suo piano era ingegnoso. Dopo avere hackerato i server di cliniche e ospedali per ottenere informazioni sensibili, si sarebbe spacciato per ginecologo e avrebbe contattato le donne inducendole a inviargli foto e video delle loro parti intime. Secondo l’accusa, addirittura a compiere atti di autoerotismo davanti alla webcam. E ora potrebbe finire sotto processo con le accuse di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati.
LA DENUNCIA. La vicenda, emersa grazie alla denuncia di una giovane, ha scosso l’opinione pubblica e portato a un’inchiesta giudiziaria. Il falso medico le aveva suggerito un consulto tramite Hangout, durante il quale l’uomo, pur non attivando mai la telecamera, aveva richiesto atti intimi. Dopo aver inizialmente inviato una foto, la ragazza si è insospettita e ha avviato delle verifiche. Le ricerche hanno confermato la falsità delle credenziali del sedicente medico: nessun legame con l’ospedale di Tricase, email e contatti non istituzionali. Quando Noemi ha cercato di ricontattarlo, l’uomo si è reso irreperibile.
IN TRIBUNALE. La denuncia ha portato alla scoperta di numerosi casi analoghi. Il caso è approdato in tribunale martedì 19 novembre. L’udienza preliminare, presieduta dalla giudice Valeria Fedele, ha visto il pm Luigi Mastroniani richiedere il rinvio a giudizio. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocata Claudia Strafella, punta su un abbreviato condizionato da perizia psichiatrica.
Noemi ha lanciato sui social un forte messaggio di solidarietà: “Denunciate, non siete sole”, utilizzando l’hashtag #nonseisola. La sua testimonianza ha incoraggiato altre donne a condividere esperienze simili, portando alla luce numerosi casi di molestie telefoniche.
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