"Sono onorato e commosso per l'attenzione che mi dedica l'onorevole Meloni. Davvero non merito tanto. Ma stia sereno il premier. Davvero non ha motivo né di zelarsi né di preoccuparsi". Lo dice il governatore campano Vincenzo De Luca, replicando a Giorgia Meloni che chiede alla segretaria del Pd di prendere le distanze dalle 'intimidazioni' di De Luca. Il quale non solo risponde sui vari punti, ma chiede un incontro alla premier per parlare dei fondi destinati al Sud. "Intanto - scrive infatti il governatore sui social - le rivolgo da subito un invito a un confronto pubblico, dove e come lei ritiene, sui problemi di merito, rispetto ai quali non viene data mai nessuna risposta. Illustre Presidente - prosegue - sappiamo io e lei quali sono i metodi democratici, 'politicamente corretti', per esercitare forme di discriminazione. Ma lei può immaginare davvero, insieme con il suo allievo Fitto, di prendere per i fondelli i suoi interlocutori? Con tutto il rispetto non è un cavallo per la sua coscia (come direbbe Montanelli!)". "A parte qualche mia parola - sottolinea De Luca - da lei e dai suoi allievi ampiamente meritata, io non le ho mai fatto del male. Come le è venuto di evocare l'onorevole Schlein?" Infine la reiterata richiesta di un incontro: "Le rinnovo la richiesta di un incontro - scrive De Luca - insieme con i rappresentanti dell'Anci Campania e del Sud, per venerdì 16, quando saremo a Roma per sollecitare risposte concrete per i nostri territori".

"Non si finga turbata per qualche (più che meritata) sciabolata verbale. Io e lei siamo abbastanza animali politici! Ricordo di passaggio che lei non ha fatto una piega di fronte all'aggressione squadristica alla sede della Cgil qualche tempo fa. La invito a sboccare rapidamente risorse che appartengono al Sud". Il governatore campano Vincenzo De Luca affida a un lungo post sui suoi canali social la replica a quanto pubblicato stamattina dalla premier Giorgia Meloni. "Stiamo assistendo - osserva - a un paradosso insopportabile: mentre si parla di autonomia differenziata e di decentramento dei poteri, si mette poi in campo la più grande operazione di centralizzazione nelle mani del premier (Pnrr, Fondi di coesione, Zes unica, fondo di perequazione infrastrutturale, scioglimento dell'Agenzia per la Coesione), con la prospettiva di fare affondare il Paese (la "nazione"), in una palude burocratica mai vista!"

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