POGGIOMARINO. “Sapevo che la Smart che stavo multando era prima appartenuta alla mia compagna ed era stata venduta”. Così senza indugi al Collegio della seconda penale del Tribunale di Torre Annunziata Giuseppe Salvati, 58 anni, il sovrintendente capo della Polizia Municipale del Comune vesuviano ora imputato di concussione e falso ideologico.

Per l’accusa il vigile avrebbe infatti scritto quel verbale da 84 euro solo per “ricattare” J.F., il cittadino marocchino che prima della multa acquistò la Smart celeste al prezzo pattuito di 1100 euro. I primi mille vennero subito versati, gli altri 100 tardavano ad arrivare. Il marocchino ne pagò poi solo 50.

“Dammi gli ultimi 50 euro, sennò ti faccio una multa”. Questa la frase detta più volte in strada dal decano della Municipale di Poggiomarino: almeno secondo quanto riferito ai giudici dallo stesso J.F., la presunta vittima della concussione, che dopo presentò ricorso in Prefettura per una sospetta “sosta vietata tra via Roma e via Vittorio Emanuele”.

Parcheggio fuori legge smentito – questa la ricostruzione della Procura della Repubblica oplontina -  dal dispositivo gps montato sull’automobile appena acquistata dal marocchino: la Smart per l'inchiesta non era in sosta vietata, nel luogo indicato a verbale da Salvati, bensì ferma nei pressi dell’abitazione del nuovo proprietario.

Da qui l’accusa anche di falso per il decano dei vigili di Poggiomarino, finito ai domiciliari a novembre 2014 in esecuzione dell’ordinanza firmata dal gip Elena Conte del Tribunale di Torre Annunziata. A suo carico Giuseppe Salvati ha anche un altro processo in Appello: il sovrintendente della Municipale ha già subito una sospensione di 2 mesi dal servizio per fatti connessi all’esercizio delle sue funzioni.  

         

 

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