"Non ho più soldi". E' la dichiarazione choc fatta oggi ai giudici del tribunale di Torre Annunziata da Pasquale Della Gatta, l'ex armatore d'oro della Deiulemar che, così come il fratello Pasquale (entrambi già condannati in primo grado per bancarotta fraudolenta a 17 anni e 2 mesi di reclusione), ha deciso di collaborare con la giustizia dopo il crac da 720 milioni di euro della compagnia armatoriale di Torre del Greco.

Angelo e Pasquale Della Gatta, dopo quattro mesi e mezzo trascorsi in carcere, hanno ottenuto gli arresti domiciliari. I fratelli "pentiti" sono tornati in aula, scortati dalla polizia penitenziaria, per raccontare la loro verità nell'ambito dell'affaire Bayres, la presunta maxi-speculazione finanziaria portata avanti successivamente al fallimento della compagnia di viale Tironi.

Alla sbarra, insieme ai Della Gatta, anche l'imprenditore veronese Dante Di Francescantonio, considerato un loro prestanome. L'imprenditore era assente in tribunale. Presenti invece in aula decine di obbligazionisti truffati dalla Deiulemar. Tutti, quando Pasquale Della Gatta ha dichiarato di "non aver più disponibilità finanziarie", di risposta hanno urlato "in galera!".

La versione di Pasquale Della Gatta è stata confermata anche dal fratello Angelo, che ai giudici, mentre ricostruiva l'affaire Bayres, ha ammesso a sua volta solo la presenza all'estero di una disponibilità pari a 17 milioni di dollari. Angelo Della Gatta ha confermato la volontà degli armatori di mettere quei soldi a disposizione degli obbligazionisti, al fine di risarcire loro parzialmente i danni.

I fratelli Della Gatta – secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Torre del Greco – nonostante il crac avrebbero continuato a disporre di ingenti risorse (500mila euro), da utilizzare per la successiva acquisizione del 50% delle quote di una società immobiliare operante nel salernitano. Società amministrata di fatto dal prestanome Dante Di Francescantonio. La società Bayres, operante nel salernitano, era amministrata di fatto da Di Francescantonio, e i fratelli Della Gatta avrebbero per interposta persona disposto di beni mobili.  

Cinque le società  intestate al prestanome di Somma Campagna (Verona), attualmente ai domiciliari: Bayres Sa 1, Bayres Sa 2, Bayres Sa 3, Bayres Sa 4, Bayres Sa 5. Il tutto - secondo il pm della Procura di Torre Annunziata - avvenne grazie all'intermediazione del ragioniere Amedeo Malet, poi passato a collaborare con gli investigatori. Interrogato oggi dall'accusa il ragioniere, al quale Di Francescantonio si sarebbe rivolto per fornirgli imprenditori pronti ad entrare in Bayres, ha detto di aver svelato tutti i retroscena agli inquirenti perchè resosi conto di essere "finito in mezzo ad un affare illecito".  


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