Cancellate, dimenticate, invisibili. Così sono spesso trattate le donne in Italia, non solo nella rappresentazione storica e artistica, a meno che non vestano gli abiti di madonne, sante o martiri. Persino guardando al passato, camminando per corsi, viali e piazze delle nostre città, sembrano assenti della vita del paese.
A Torre Annunziata sono quattro le strade intitolate alle donne: via Eleonora Pimentel Fonseca, via Regina Margherita, via Regina Elena e via Margherita di Savoia. Restano rari, in Italia, i nomi delle storiche, architette, politiche o partigiane a cui è stata dedicata una via, un piazzale. Un gap di genere che si trascina da secoli, come ci dicono le statistiche. La percentuale oscilla in media dal 3 al 5 per cento, a seconda delle zone del Paese, con punte minime prossime allo zero, se non nulle.
Per tentare di far luce su questa mancanza, in Italia c’è un punto di riferimento, costituito dall’associazione “Toponomastica femminile”, la cui fondatrice e Maria Pia Ercolini. Nata su facebook nel gennaio 2012, si costituisce in associazione nel 2014 con l’intento di restituire voce e visibilità alle donne che hanno contribuito, in tutti i campi, a migliorare la società. Il gruppo di ricerca, formato da oltre 300 associate/i e 10mila simpatizzanti su facebook, pubblica articoli e dati su ogni singolo territorio e sollecita le istituzioni affinché strade, piazze, giardini e spazi urbani in senso lato, siano dedicati a donne.
COME CHIEDERE L’INTITOLAZIONE DI UNA STRADA. Nel portale dell'associazione “Toponomastica femminile” si trova il fac simile del modulo da inviare alle amministrazioni comunali di riferimento per chiedere di intitolare una o più vie alla donna o alle donne su cui si punta (clicca qui per scaricarlo). Un passaggio del testo, che può essere modificato o integrato, dice: "Anche la toponomastica può dare il proprio contributo a superare modelli culturali stereotipati e conformisti e a creare una cultura non discriminante nei confronti delle donne. Promuovere figure femminili di rilievo contribuisce a portare un valore aggiunto al miglioramento della società e della cultura”.
Cancellate, dimenticate, invisibili. Così sono spesso trattate le donne in Italia, non solo nella rappresentazione storica e artistica, a meno che non vestano gli abiti di madonne, sante o martiri. Persino guardando al passato, camminando per corsi, viali e piazze delle nostre città, sembrano asse...
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