Nella sede di Libera Portici, in un bene confiscato alla camorra, si è tenuta la presentazione del libro “Chi ha paura delle donne”. Sono intervenuti con l’autrice Cecilia D’Elia Senatrice PD e responsabile delle politiche per la parità, Leandro Limoccia dell’Università Federico II e Presidente di Libera Portici e le docenti Erminia Bosnia e Angela Di Tuoro.  

Questo libro parte proprio dall’esperienza di Cecilia D’Elia femminista dentro le istituzioni, prima come amministratrice  poi parlamentare, che ragiona a partire dal fatto che la prima presidente del consiglio è una donna della destra e indica cosa le distingue e cosa significa essere femminista, e che cosa vuol dire lottare per i diritti di tutti e, spiega, quindi quanto è diversa una leader ship femminile da una leader ship femminista. Lo fa partendo dalla propria esperienza, dalle donne che sono venute prima, dalle battaglie fatte e guardando ai temi dell’oggi, e al conflitto in atto con le destre populiste sui diritti delle donne. Nel libro si legge anche un pò di storia sulla rappresentanza, e sulla lotta delle donne per il voto nella Repubblica Italiana.

Un libro che presenta la situazione attuale della donna e nel quale ci si interroga su chi ha paura delle donne, che però ancora oggi faticano ad arrivare a determinati ruoli senza avere il problema di dover spiegare, di dover fare  qualche passo in più rispetto agli uomini i quali invece per fare carriera hanno meno problemi. Attraverso la lettura si cerca di capire perché ancora oggi c’è bisogno di parlarne e di passare fattivamente poi dalle parole all’azione, ad un ruolo attivo della donna ma anche dell’uomo che possa comprendere che bisogna intervenire in una rivoluzione importante e difficile per raggiungere una vera e propria rivoluzione culturale. Emerge che nella società attuate esiste una vera “questione maschile“ basata sugli inamovibili privilegi del maschio, e la reazione a tale “questione”  che tenta di metterli  in discussione. Ciò accade  perché ora il patriarcato è in crisi  e per questo innalza barriere e passa all’attacco contro la  libertà delle donne e la loro totale parità .

Il libro della D’elia inoltre focalizza bene tra i numerosi aspetti  il tema del patriarcato che il  Presidente Limoccia nel suo intervento ha definito fenomeno politico, sociale, psicologico, culturale ,viscido , inserendolo con un accenno alla cultura mafiosa vista  come fenomeno essenzialmente maschilista, legata al possesso e  in cui le donne sono escluse dai posti di comando e quindi in questo contesto sono vittime o eroine. Se ne deduce che il libro pone vari interrogativi su come cambiare il modello maschile della società occidentale, quali i comportamenti più convincenti  da adottare  per una visione diversa della maschilità. Il libro di Cecilia D’Elia rappresenta dunque anche esso una importante occasione di riflessione sulla libertà femminile, sulla questione maschile e sul  ruolo delle istituzioni nella costruzione di una società più equa e consapevole.

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