"Questo vuole vincere con una squadra di babbi, ma a me deve dare i soldi'. Sono queste le parole utilizzate da Pietro Iannazzo, elemento di vertice della 'ndrangheta di Lamezia Terme, per parlare di Mario Moxedano, presidente della Neapolis. Tali dichiarazioni sono emerse dalle oltre mille intercettazioni captate dalla Dda di Catanzaro, che stamane ha arrestato 50 persone nell'ambito dell'inchiesta 'Dirty Soccer'.

Ruolo chiave di questo giro di calcioscommesse, secondo il Procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo, l'avrebbe proprio l'ex numero uno di Savoia e Turris che voleva vincere il campionato con la squadra nella quale giocava il figlio Raffaele, finito in manette assieme al padre. Mario Moxedano, assieme al ds Antonio Ciccarone, avrebbe iniziato a truccare una serie di partite, partendo da quella contro l'Hinterreggio. Poi ci sarebbe stato il coinvolgimento di altre squadre fino ad arrivare alla Lega Pro.

Per gli inquirenti i giocatori si sarebbero venduti le gare fino a un massimo di 5mila euro, ma ci sarebbe stato anche chi accettava per poche centinaia di euro.

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Moxedano non esce

L'ammissione

Le nuove verifiche

Il chiarimento

I pizzini sospetti

LA STORIA

Le minacce a Corda

Lo sgarbo di Ciccarone

Spunta lo stabiese Caserta

Il 'caso' Stabia - Lupa

Il rapporto Ciccarone-Pignatta

Le partite 'condizionate'

I nomi degli arrestati

L'operazione