"Nessuno di noi immaginava che quell'abbraccio così immersivo tra la gente, nel giorno di Pasqua, sarebbe stato l'ultimo, né che il giorno dopo, Francesco ci avrebbe salutati per sempre. Eppure, a guardare bene le trame sottili delle coincidenze, la sua partenza proprio il lunedì dell'Angelo ha un significato che ci parla: quel giorno è come una seconda Pasqua, più quieta, più discreta". Così l'arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, in un passaggio dell'omelia per le celebrazione in suffragio di Papa Francesco.

"Così, nel raccoglimento della preghiera, - ha proseguito Battaglia - mi è venuto da immaginare che anche noi, come popolo di Dio, sconvolti da quella notizia, ci siamo trovati davanti a un sepolcro, e lì, in quel silenzio carico di smarrimento, abbiamo potuto ascoltare una voce. Ed è questa la certezza che oggi vorrei annunciare a tutti voi mentre salutiamo Papa Francesco: non è morto, è vivo, non è più tra noi come lo conoscevamo, con quella voce roca e affaticata, con le sue carezze sulle teste dei bambini, con i suoi abbracci agli ammalati e ai poveri, con il suo sguardo che sapeva consolare e provocare". Battaglia ha così aggiunto: "Si, non è più tra noi ma è vivo, è vivo in Dio, con il Dio dei viventi. È vivo nel cuore della Chiesa che ha tanto amato, è vivo nel Vangelo che ha cercato di testimoniare e annunciare fino alla fine". 

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