Donna incinta viene fatta scendere dall’autobus perché sprovvista di biglietto. E’ quanto accaduto a Napoli una settimana fa quando Federica, una 28enne di Napoli, colta dalle doglie, è salita al volo sul primo bus diretto all'ospedale Cardarelli. Sprovvista di biglietto, è stata multata dal controllore.

LA RICOSTRUZIONE. Già in avanzato stato di gravidanza, quel giorno Federica era scesa di casa per una passeggiata ai Colli Aminei, non lontano dalla zona ospedaliera, quando viene colta dalle doglie. A quel punto vede venirle incontro un bus della linea 604, destinazione ospedale Cardarelli. Le sembra una mano delle Provvidenza, utile per accorciare i tempi e arrivare in ospedale per partorire. Date le circostanze omette di fare il biglietto. Il tragitto non è lungo, il traguardo da raggiungere è a poche fermate, quando sul bus sale un controllore. Alla richiesta di biglietto la partoriente oppone l'eccezionalità della situazione. Si aspetta di essere compresa. Invano. Il controllore verbalizza (multa da 71 euro, ndr) e in più la fa scendere costringendola a completare a piedi il percorso che la separa dall'ospedale. Federica partorirà regolarmente e tutto andrà per il verso giusto. Tuttavia, riacquisite le forze, ripensa all'amarezza per il trattamento subito e fa ricorso. Ma nulla da fare, ricorso respinto dall'Anm, in quanto “all'atto del controllo - la motivazione alla base del rigetto - la signora si trovava a bordo di un nostro mezzo sprovvista di valido titolo di viaggio. E le circostanze non possono essere motivo di annullamento del verbale”.

IL RACCONTO DELLA DONNA. La storia, rimbalzata sui social, ha destato un vespaio di polemiche. "Sono salita sul bus - ha riferito Federica al quotidiano “La Repubblica” - senza titolo di viaggio e quando il verbalizzante mi ha giustamente contestato la mancanza del biglietto, ho cercato di spiegare che a causa di un malessere improvviso, visto il mio stato, mi stavo recando con urgenza al Cardarelli. Mentre stavo passeggiando da sola in Viale Colli Aminei ho avvertito dei dolori improvvisi e, spaventata, sono salita sull'autobus che sopraggiungeva. Il verbalizzante, cui avevo detto del malore, invece di accompagnarmi all'ingresso del pronto soccorso mi ha invitata a scendere e ha tenuto a precisare che nella sua qualità di agente di polizia amministrativa era tenuto a rilevare l'infrazione in ogni caso".

LE SCUSE DELL’ANM. Nella serata di venerdì 16 agosto sono arrivate le scuse dell’azienda: “I controllori dell'Anm – ha spiegato Nicola Pascale, amministratore Unico di Anm - elevano quasi 3000 verbali di contravvenzione al mese, svolgendo un'attività complicata, che l'azienda sta intensificando, per migliorare il servizio ai cittadini. Gli errori possono capitare e in questo caso si è verificato un evidente eccesso di zelo nei confronti della signora, che andava invece aiutata e confortata. Sarà mia personale cura riprendere e riesaminare la pratica del suo ricorso che è stata trattata in modo troppo burocratico. Intanto alla signora e alla sua famiglia esprimo le nostre più vive scuse e le felicitazioni per la nascita del piccolo".


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