E' più di un anno che il Covid ha cambiato le nostre vite, rendendoci tutti più vulnerabili. E in questo anno le donne sono state strategiche, hanno tenuto insieme le reti familiari, hanno spesso sopportato, oltre il carico di lavoro, quello della gestione familiare, dividendosi faticosamente tra impegni lavorativi e familiari, hanno garantito sui posti di lavoro i servizi essenziali, dal settore sanitario a quello sociale, dove rappresentano il 70% del personale, al terziario, alla cura.
Eppure sono proprio le donne che rischiano di pagare il prezzo più alto della crisi. A Dicembre 2020 i dati Istat hanno restituito un quadro drammatico: i lavoratori sono diminuiti di 101 mila unità, di questi 99 mila donne. E' un esodo dal lavoro al quale non possiamo assistere inermi: i dati ci dicono che al Sud lavora una donna su 3.
“Come istituzioni abbiamo il dovere di reagire e di contrastare tutto ciò, anche alla luce delle risorse ingenti che arriveranno con il recovery fund – ha spiegato la consigliera regionale Loredana Raia, la donna eletta con più voti alle ultime regionali -. ll Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha preso un impegno importante: garantire una parità retributiva, incrementare l'occupazione femminile puntando ad un sistema di welfare che permetta alle donne di superare la scelta tra famiglia e lavoro e ad una formazione delle più giovani in quei settori da cui spesso sono esclusi in virtù di antichi stereotipi”.
La Ripartenza dovrebbe essere l'occasione di rinascita, di cambiamento e di innovazione, un’opportunità per ridurre i tanti divari. Ma soprattutto, con la ripartenza, può essere messo in discussione il modello di sviluppo, così come lo abbiamo conosciuto, per ridefinire un nuovo paradigma che abbia al centro una visione femminile, la cura delle persone, delle relazioni, della qualità della vita, una riorganizzazione urbana dei nostri territori che ridefinisca i tempi e gli spazi delle città.
“Occorre mettere al centro il lavoro come leva per l'autonomia e l'indipendenza economica delle donne, presupposto indispensabile per la libertà e l'autodeterminazione – ha continuato la Raia -. Lo stesso smartworking può essere una opportunità con il coworking di quartiere, un ulteriore strumento per favorire la condivisione dei carichi di lavoro. Per questo ho presentato in Consiglio regionale una proposta di legge per incentivare l'occupazione e l'imprenditoria femminile e garantire la parità salariale tra uomini e donne, valorizzando le competenze femminili”.
Ma c’è dell’altro: “Ho proposto l'istituzione di una Consulta delle Elette e delle donne presenti nelle istituzioni perché, per far sì che le donne siano protagoniste nella ripartenza, occorre stringere un patto tra donne dentro e fuori le istituzioni, costruire una rete forte e coesa, praticando una capacità di ascolto fra donne e l’apertura alle realtà associative, sindacali, ai movimenti ed a tutti i mondi dove si muovono le competenze femminili. Le donne possono essere un motore del cambiamento se riusciamo a fare rete tra di noi amministratrici ed elette, ponendoci in relazione con tutte le donne che animano la società civile”.
E' più di un anno che il Covid ha cambiato le nostre vite, rendendoci tutti più vulnerabili. E in questo anno le donne sono state strategiche, hanno tenuto insieme le reti familiari, hanno spesso sopportato, oltre il carico di lavoro, quello della gestione familiare, dividendosi fa...
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