Fiumi di intercettazioni sulle utenze in uso ai familiari in vari continenti: messaggi in codice per sfuggire, invano, ai controlli delle forze dell’ordine. Le indagini degli uomini della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia, coordinate dai pm della DDA di Napoli, hanno svelato persino dei codici cifrati con parole di dieci lettere. Ad ogni lettera era associato un numero - da zero a nove - che messo insieme formava quello della nuova utenza da contattare anche in Venezuela, in Spagna od in Olanda. Curiose le parole scoperte dai finanzieri: in un caso i presunti narcos dei Lattari utilizzavano la parola "Secundario"; in un altro "Berlusconi".

Questi i particolari dell’inchiesta sui cinque clan che con basi operative a Casola, Lettere, Torre Annunziata e Torre del Greco, coltivavano e vendevano  marijuana e canapa indiana oppure importavano la droga dall'estero, sfruttando contatti con corrieri e piazzisti del Sudamerica: in 15 finirono nei guai. Quasi tutti hanno scelto l’abbreviato.

Solo due imputati - Aniello Bianco, 35enne di Torre del Greco e  Antonino Di Lorenzo (49 di Casola), difesi dagli avvocati Antonio De Martino e Alfonso Piscino – e  accusati di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio (senza l'aggravante dell'articolo 7), sono alla sbarra in ordinario dinanzi alla Seconda penale del Tribunale di Torre Annunziata.

“Di Lorenzo ha partecipato a diversi gruppi criminali attivi anche ad Eboli e Battipaglia – ha raccontato oggi ai giudici il maresciallo delle Fiamme Gialle stabiesi a capo dell’inchiesta  – ma in realtà gli sequestrammo un carico in arrivo da Nimes, in Francia. Aniello Bianco? Era socio di una concessionaria di auto a Torre del Greco e con le vetture consegnava droga pure in Puglia, ad un noto pregiudicato di Andria”.

Ricostruzione che per l’accusa dimostrerebbe i contatti dell’associazione anche nella Piana del Sele e a Canosa di Puglia e Grottaglie dove - secondo la tesi investigativa -  avveniva la semina e la coltivazione delle piante di marijuana. La concessionaria torrese, invece, sarebbe servita per fornire ai corrieri le automobili utili al trasporto della droga: un maxi-sequestro di 38 chili di hashish venne eseguito anche in Olanda.

 

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