Comandava la piazza di spaccio dal carcere di Secondigliano su Whatsapp. Salvatore Carpentieri, componente del Quarto Sistema e soprannominato Torre Viola, era colui che comandava nel Penniniello il traffico di droga da Torre Annunziata alla Penisola Sorrentina. Mentre era dietro le sbarre impartiva ordini alla moglie Maddalena Gemignani. Anche lei risulta essere tra le persone dall’operazione eseguita dai carabinieri di vari gruppi provinciali. Complessivamente il gip di Torre Annunziata, su richiesta della Procura (il sostituto procuratore Emilio Prisco e il procuratore Nunzio Fragliasso) ha emesso 33 misure cautelari, 32 notificate stamattina, l'ultima poco fa.

Carpentieri nelle conversazioni criptiche viene indicato come il cugino della Gemignani e possiede un telefono all’interno del carcere di Secondigliano con il quale gestisce, tramite chiamate e videochiamate su Whatsapp, il traffico di droga nel Penniniello.

Tore Viola, secondo quanto scoperto dagli inquirenti, effettuava verifiche quotidiane per controllare lo spaccio e la gestione dei suoi soldi. La moglie viene interpellata nel momento i cui si devono risolvere situazioni al di fuori dell’ordinario. Come, nel caso specifico, le mancate fotografie sulla partita di droga appena acquistata nel gennaio del 2021.

In un altro caso Carpentieri ha voluto assistere, in stato di detenzione, a una punizione nei confronti di Pasquale Curcio, anche lui finito in carcere, probabilmente per la mancata riscossione dei soldi degli stupefacenti.

Un quadro nel qual era inserita anche Anna Tessitore, suocera della Gemignani e pure lei arrestata, che deteneva i soldi della piazza di spaccio.

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